In carcere boss della tentata fuga

Tolmezzo: l’uomo, di Palermo, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare
Il carcere di massima sicurezza di Tolmezzo (Udine), 23 gennaio 2013. ANSA/ALBERTO LANCIA
Il carcere di massima sicurezza di Tolmezzo (Udine), 23 gennaio 2013. ANSA/ALBERTO LANCIA

TOLMEZZO. È stato individuato il regista del tentativo di fuga dal carcere di Tolmezzo, considerato anche l’uomo che garantiva l’ingresso nello stesso carcere di sostanze stupefacenti e armi. Si tratta di Carlo Zacco, noto boss palermitano nei cui confronti è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Tolmezzo.

Come noto, c’era un piano per far evadere due detenuti dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo. Per prelevarli dal cortile della casa circondariale durante l’ora d’aria sarebbe stato utilizzato un elicottero con pilota preso a noleggio. Sarebbe bastato calare la scaletta al momento giusto. È quanto era stato spiegato dal procuratore di Tolmezzo Giancarlo Buonocore che, al comando provinciale di viale Trieste, aveva illustrato l’operazione Escape (fuga) condotta dal Ros del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Compagnia di Tolmezzo e con la polizia penitenziaria.

I carabinieri avevano tirato le fila del lavoro di mesi dando esecuzione a quattro provvedimenti del Gip di Tolmezzo, Fabio Luongo: due ordinanze di custodia cautelare in carcere (nei confronti di Maurizio Alfieri 50enne già detenuto a Tolmezzo per altra causa e poi trasferito al carcere di Saluzzo e Cosimo Damiano Alario 49enne di Cesano Boscone, in provincia di Milano) e due obblighi di dimora, uno per Romolo Alfieri, 63 anni, residente a Corsico nel Milanese e fratello di Maurizio e l’altro per Daniele Crivello, ventenne di Preganziol (Treviso) fratello di Salvatore Valerio Crivello, il detenuto di 33 anni che avrebbe dovuto evadere dal carcere insieme a Maurizio Alfieri.

Inoltre, nel mirino dell’inchiesta era finito un agente di polizia penitenziaria che, stando alle ipotesi accusatorie, avrebbe agevolato l’introduzione in carcere di droga e coltelli. Si tratta di Enrico Moro, un 47enne originario di Sutrio e residente ad Artegna che è stato sospeso dai pubblici uffici per sei mesi. Gli indagati a vario titolo sono in tutto 12 per ipotesi che vanno dalla tentata evasione alla corruzione, fino al traffico di sostanze stupefacenti ed armi.

L’indagine era scattata l’anno scorso, quando gli investigatori erano venuti a conoscenza di un tentativo di corruzione di un agente di polizia penitenziaria. Da quel momento l’indagine investigativa, grazie anche al lavoro sotto copertura dei carabinieri, aveva portato alla luce sia il piano criminale della fuga, sia l’esistenza dentro il carcere di un “giro” rilevante di stupefacenti.

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