In centinaia per l'ultimo saluto a Zamberletti, presenti Mattarella e Conte. Fedriga: "Salutiamo un amico del Friuli"
VARESE. «Noi siamo qui a tributare il nostro omaggio, a esprimere la nostra gratitudine, a condividere una preghiera per un uomo che si è curato delle ferite dell'umanità». È questo un passaggio dell'omelia che l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha pronunciato stamani, martedì 29 gennaio, nella basilica di San Vittore di Varese per i funerali di Giuseppe Zamberletti, padre della ricostruzione del Friuli e della Protezione civile.
Centinaia di persone hanno preso parte a Varese ai funerali. Uomini e donne della Protezione civile, della Croce Rossa e del Soccorso alpino, gonfaloni dei Comuni della Provincia di Varese e di Bergamo, del Friuli e dell'Irpinia e semplici cittadini si sono riuniti nella piazza della Basilica di San Vittore per l'ultimo saluto a Zamberletti. Ad accogliere il feretro anche il picchetto delle forze dell'ordine, con bersaglieri, polizia, carabinieri e Guardia di finanza.
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Nella Basilica, colma di persone, sono presenti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. A presiedere le esequie è l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.
Delpini: "Da lui un modello organizzativo di alta qualità e ideali affascinanti"
«L'on Zamberletti resta identificato con la Protezione civile, un modello organizzativo di alta qualità e di ideali affascinanti». Si è espresso così l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. «Ma in questo ultimo saluto - ha proseguito Delpini - lo sentiamo non solo un benemerito del passato, ma un discepolo che ha seguito Gesù e ha imparato e ha insegnato che sulle ferite umane si devono chinare gli uomini e che in questo prendersi cura degli altri, dei fratelli feriti e tribolati, diventiamo uomini migliori e il meglio di noi stessi diventa motivo di speranza per l'umanità, come se, in qualche modo, anche dalle ferite della storia escano sangue e acqua, una vita nuova».
Fedriga: "Zamberletti è stato un uomo della nostra gente. Grazie a lui il Friuli si è rialzato"
Anche il presidente del Friuli Venezia Giulia ha reso omaggio a Giuseppe Zamberletti, figura fondamentale per il Friuli distrutto dal terremoto del '76. "Zamberletti è stato un modello per tutta l'Italia. Ci ha insegnato l'importanza del rimboccarci le maniche e rimetterci in piedi. Ha permesso ai friulani di riprendersi dopo un dramma che è stato feroce e violento per il nostro territorio".
"Abbiamo dichiarato lutto regionale, segno di rispetto per una figura così importante per la ricostruzione post terremoto del Friuli. Zamberletti - ha continuato Fedriga - Non era solo un bravo politico e un bravo capo della Protezione civile. Era un uomo straordinario, un membro della nostra gente".
Riccardo Riccardi: "Ha creato la famiglia della Protezione civile"
«Quella di oggi, che ha visto a Varese presenti tanti volontari della Protezione Civile regionale, è stata una partecipazione spontanea, per dare l'ultimo saluto al padre di questa organizzazione. Una famiglia che esiste anche e soprattutto grazie all'intuito e all'opera di Giuseppe Zamberletti».
Secondo il vicegovernatore - riporta una nota della Regione - le capacità politiche, amministrative e umane di Zamberletti - che ricoprì l'incarico di commissario straordinario per il coordinamento dei soccorsi nel sisma che colpì il Friuli nel 1976 - si rivelarono «l'elemento decisivo nel creare le migliori condizioni per vincere una sfida complicata e difficile come quella»
PER APPROFONDIRE: IL NOSTRO SPECIALE SUL TERREMOTO DEL 1976
Attilio Fontana (presidente regione Lombardia): "Un uomo sempre positivo e ottimista"
«Un uomo che riusciva sempre a essere positivo e ottimista». Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha ricordato l'ex ministro Giuseppe Zamberletti. « Zamberletti - ha aggiunto il presidente - ha rappresentato al meglio lo spirito lombardo, sempre pronto a rimboccarsi le maniche senza mai piangersi addosso. Sapeva affrontare con concretezza e grande logica tutti i problemi che gli venivano sottoposti». «Resterà per sempre e per tutti - ha concluso Fontana - un modello istituzionale da seguire, lo porterò sempre nel cuore e non dimenticherò mai quanto di buono ha fatto per Varese, per la Lombardia e per l'Italia intera»
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