In debito con l’Inps a 106 anni, chiedono che paghi fino al 2020

L’accertamento nei confronti di una delle donne più anziane di Udine. Sono state proposte 105 rate: adesso la famiglia si affida ai consulenti.

Udine 15 giugno 2011 inps Copyright PFp
Udine 15 giugno 2011 inps Copyright PFp

UDINE. Un “debito” aperto con l’Inps quasi da record, se non nella sostanza sicuramente nella forma. Un “debito” che si estinguerà quando la signora intestataria della pensione contestata compirà 116 anni. Un “debito” emerso solo in questi giorni, dopo anni e anni (anzi, decenni e oltre) di contribuzione, prima, ed erogazione, poi.

La protagonista della vicenda è la signora Maddalena Lorenzon vedova Barbaro, 107 anni il prossimo novembre. Proprio lei, martedì 14 giugno, si è vista recapitare una raccomandata inviata dall’Inps, con la quale le venivano contestati i redditi degli anni 2007 e 2008, con una “multa” già prevista e calcolata in 13.200 euro circa da versare in 105 “comode” rate mensili (da circa 125 euro ciascuna), da qui fino al 2020. «Se questa contestazione - commentano i parenti - fosse garanzia di una lunga e serena vita della nostra cara Maddalena, potremmo anche farci una risata sopra e chiudere qui la vicenda. Ma il problema è che, secondo noi, la nostra cara Maddalena non deve niente a nessuno».

E proprio per cercare di fare valere le proprie ragioni, la famiglia della signora Maddalena si è affidata allo studio di consulenti del lavoro di Sante e Simone Tutino, da anni specializzati anche in cause di questo genere. «Secondo un primo esame delle carte - commenta Simone Tutimo - la questione è infondata sia in fatto sia in diritto. Ora chiederemo l’accesso completo a tutta la documentazione. Ma ci sono parecchi interrogativi.

In tutti questi anni la signora Maddalena, monoreddito, senza alcuna proprietà, non ha mai ricevuto richieste di accertamenti o altro. Vive della sua minima pensione da ex maestra e dall’aggiunta di una parziale reversibilità dell’assegno del marito, scomparso nel 1996, già dirigente dell’ex Crup. Il tutto per qualcosa come mille euro, non di più. Una cifra che ora rischia di essere quasi dimezzata - precisa ancora Tutino - se l’istituto volesse addirittura applicare penali o interessi. Ma è giusto ricordare che eventuali trattenute possono essere applicate solo sulla pensione di base di questa ex maestra e non sulla quota reversibile, andando così di fatto ad annullargliela».

I dubbi dell’ufficio udinese di esperti sono quindi molti. «Vorremmo capire - aggiunge ancora Simone Tutino - che cosa le viene contestato dall’Inps e perchè soltanto per gli anni 2007 e 2008, come se la signora Lorenzon, dal punto di vista burocratico, esistesse solo per quel biennio. Ma c’è un altro fatto: la raccomandata dell’Inps non arriva dagli uffici di Udine ma da quelli di Tolmezzo, cittadina dove la signora non ha mai abitato».

L’anziana vive infatti da sempre in città: nata in borgo Grazzano ora risiede in via Marangoni, nell’appartamento a fianco a quello di sua figlia Maria, dove ogni settimana la raggiunge anche l’altro figlio Guido. Prega molto, ascolta Radio Maria e riceve le visite dei cinque nipoti e degli altrettanti bisnipoti.Ora la attende, a quasi 107 anni, una vera e propria battaglia contro la burocrazia. E la trafila non sarà semplice. Per analizzare i documenti gli stessi consulenti del lavoro dovranno avere innanzitutto le deleghe sue e dei parenti. Sempre che l’Inps le accetti.

Da parte dello stesso istituto, intanto, solo commenti ufficiosi. «Controlli sulle diverse annate sono di rito. E può essere che sul 2007 e 2008 siano emerse integrazioni non dovute, da qui l’obbligatoria richiesta di rimborso. Comunque anche noi faremo una verifica».

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