In Friuli 350 infermieri si sono ammalati di Covid19 lavorando in corsia

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono 350 gli infermieri contagiati dal Covid-19 in regione, alcuni sono già guariti, altri stanno ancora affrontando la quarantena. La stima viene dalla Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche.
«Per alcuni di noi, i liberi professionisti, ad esempio – segnala il presidente dell’Ordine della provincia di Udine Stefano Giglio – il contagio ha rappresentato non solo un periodo di sofferenza, ma anche la perdita di un reddito e, malgrado le nostre richieste, accompagnate da quelle dei sindacati, non sono arrivate le indennità forfettarie come invece è successo in regioni come la Puglia, le Marche o l’Emilia Romagna» commenta con amarezza.
«Ci sono colleghi che per affrontare questo impegno hanno dovuto prendere casa vicino al polo sanitario in cui lavoravano e pagare un affitto per non esporre i familiari a rischi – elenca Giglio – altri che, assunti come liberi professionisti, una volta ammalati si sono ritrovati privi di fonti di reddito. Malgrado i pubblici ringraziamenti e le dichiarazioni di gratitudine ci saremmo aspettati qualcosa di più» ammette.
Sono 10.500 gli infermieri che operano in regione, non solo come dipendenti di strutture pubbliche, ma anche come liberi professionisti in realtà private.
Per aiutare i colleghi colpiti dal virus hanno creato un Fondo di solidarietà che grazie a un’imponente campagna di donazioni ha fatto raggiungere alla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) importanti risultati, sia sul fronte della campagna di donazioni denominata #NoiConGliInfermieri, che rispetto all’erogazione dei primi contributi economici.
Oltre 3 milioni sono stati finora raccolti attraverso la piattaforma https://www.noicongliinfermieri.org, e, dopo le verifiche di congruità delle tante domande pervenute, sono già a disposizione degli infermieri colpiti dal virus e ora in riabilitazione, quelli in quarantena lontano da casa e per le famiglie dei deceduti a causa del virus. A livello nazionale, la professione infermieristica è al momento tra le più danneggiate: 40 morti (di cui 4 suicidi) e circa 13 mila positivi.
In questo periodo di avvio della campagna, Fnopi ha avuto main donors come Enel Energia, Abbvie, Campari Group, ai quali si è aggiunto TikTok, che ha creato un fondo globale per dare un contributo alla lotta contro il Covid-19, finanziando organizzazioni impegnate in prima linea in ambito sanitario: dall’Oms alla Royal College of nursing foundation.
Per l’Italia, ha deciso di puntare sulla Federazione degli infermieri, in tandem con la Protezione civile.
Una scelta in linea con quella già compiuta da migliaia di donatori individuali e associazioni di pazienti. Il Fondo di solidarietà sta crescendo grazie al sostegno di Enel Cuore onlus che contribuirà con quanto raccolto attraverso una campagna di crowdfunding promossa da Enel tra tutti i suoi dipendenti. La Federazione può anche contare su 43 associazioni che patrocinano l’iniziativa.
Una cordata di donatori a favore degli infermieri «che non abbandonano mai chi soffre e, come tutti i cittadini, purtroppo muoiono di Covid-19, lasciando un vuoto non solo nella professione, ma soprattutto nelle loro famiglie – commenta la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli –. Ora – afferma – è il momento di sostenere chi, ogni giorno, aiuta l’altro, sino a dare la propria vita per garantire il diritto alla salute nel nostro Paese».
Centinaia le domande di aiuto economico già pervenute alla Federazione: per questo è necessario incrementare ancora la raccolta. Per accedere alla campagna è attiva la piattaforma www.noicongliinfermieri.org dove sono previste tutte le principali forme di pagamento.
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