In Friuli aumentano le richieste di cannabis terapeutica

UDINE. Funziona per la nausea e per il vomito indotti dalla chemioterapia. Dà ottimi risultati per il dolore cronico e gli spasmi associati alla sclerosi multipla.
È utile persino nella cura delle crisi convulsive dei bambini farmacoresistenti. È la cannabis terapeutica, in rapida diffusione in Friuli, ma non è la panacea per tutti i mali. Una cinquantina i pazienti che li ritirano presso alcune farmacie friulane a spese del servizio sanitario regionale.
Casi gravi e rigorosamente selezionati, ai quali si aggiungono quelli di malati che ne fanno uso a pagamento su prescrizione medica. Ma sull’uso dei cannabinoidi ci sono luci e ombre: agli indubbi risultati dal punto di vista terapeutico si aggiungono gli insuccessi.
Se n’è parlato al circolo “Nuovi orizzonti” ai Rizzi nel corso di un incontro intitolato “Cannabis terapeutica - Dalla prescrizione al rimborso del costo”.
Un incontro che chiama a raccolta Andrea Ussai, consigliere regionale, che illustrerà la sua proposta di legge per il diritto al rimborso della terapia e Michele Favero (nella foto in alto), titolare della farmacia che fornisce il preparato galenico e descriverà l’iter che va dalla prescrizione alla preparazione del rimedio.
Nel 2017 è cominciata la distribuzione della cannabis prodotta in Italia dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, in seguito al decreto ministeriale del 9 novembre 2015. Una scelta storica che ha sancito, almeno in parte, l’indipendenza italiana dall’importazione di cannabinoidi dall’estero.
La cannabis terapeutica prodotta dallo stabilimento è una varietà che contiene il Thc e il Cbd. Il tetraidrocannabinolo (Thc) è responsabile degli effetti psicoattivi, funziona come antidolorifico, antinausea, antiemetico, anticinetosio, stimolante l’appetito e ipotensivo sulla pressione endooculare.
Il cannabidiolo (Cbd) ha invece un effetto antinfiammatorio, analgesico, antinausea, antiemetico, antipsicotico, anti ischemico, ansiolitico e antiepilettico.
La qualità prodotta dallo stabilimento fiorentino contiene tra iI 5 e l’8% di Thc e tra il 7,5 e il 12% di Cbd. Viene impiegata per curare il dolore (neuropatico, oncologico), la spasticità dal Sclerosi multipla, nausea e vomito in chemioterapia, stimolazione dell’appetito nell’Aids o cancro o anoressia nervosa, la sindrome di Tourette e il glaucoma resistente.
«Non bisogna credere che la cannabis terapeutica sia la panacea a tutti i mali – premette Favero – sono sempre più numerosi i pazienti che si presentano in farmacia per chiederne l’utilizzo, ma bisogna tener presenti rischi e benefici.
Quando si parla di cannabis terapeutica ci si riferisce a un farmaco di seconda o terza scelta, prima bisogna utilizzare i farmaci disponibili e solo se questi falliscono si può ricorrere alla cannabis. Noi da un paio d’anni prepariamo questi prodotti sotto forma di bustine per la produzione di decotti; la cura come antidolorifico costa 70 euro al mese».
Il prezzo della materia prima è modesto: dai 7 euro al grammo per quella fiorentina ai 9 euro per quella olandese. Ma i costi del preparato galenico salgono con la manodopera e dell’attrezzatura.
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