In Fvg arrivano 2 mila dosi di "Moderna": serviranno per gli over 80, ecco il calendario delle vaccinazioni

UDINE. Delle prime 47 mila dosi del vaccino di Moderna arrivate in Italia, 2 mila sono state assegnate al Friuli Venezia Giulia. Un primo lotto che incrementa di mille unità il numero di persone che si possono vaccinare, sommandole alle altre 25 mila già “prenotate” per il farmaco della Pfizer-BioNTech. Ma è chiaro che la parte del leone, nel piano vaccinale contro il Covid-19, la farà il preparato di AstraZeneca, a cui l’Ema dovrebbe dare il via libera entro la fine del mese. Di questo, sono attese in Italia nel primo trimestre di quest’anno 16, 15 milioni di dosi e 24, 22 milioni nel secondo trimestre, che saranno ripartite tra le regioni sulla base della popolazione.


Chi si vaccina
I criteri di priorità nell’immunizzazione definiti dal governo non sono cambiati. Si prosegue anche in Fvg con il personale sanitario, medici, infermieri, Oss, tecnici delle strutture sanitarie, così come il personale delle case per anziani, e con gli ospiti delle strutture, che sono poi le persone più fragili e a rischio di contrarre la malattia in forma grave. A seguire il piano prevede di vaccinare gli over 80, gli over 70, quindi gli over 60 e le persone con comorbilità (quindi con una o più patologie), quindi si passerà alla quota di popolazione impegnata nei servizi essenziali, come gli insegnanti, il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità, etc. E infine toccherà al resto della popolazione, escludendo in questa fase bambini e ragazzi fino a 16 anni.



Chi vaccina

Lo sforzo organizzativo messo in campo anche dalla Regione Fvg in questa prima fase è stato notevole ma, in fondo, abbastanza gestibile: è stato agevole raggiungere il personale sanitario e gli anziani che vivono nelle case di riposo. Diventerà un po’più complicato raggiungere, ad esempio, gli over 80 che vivono a casa loro o in famiglia, stessa cosa per gli over 70 o gli over 60, per non parlare del resto della popolazione. Qui sarà fondamentale coinvolgere i medici di medicina generale che conoscono i propri assistiti e li possono, evidentemente raggiungere, per poterli vaccinare.

Cosa impossibile oggi con i due vaccini disponibili di Pfizer-BioNTech e Moderna che richiedono una conservazione dei medicinali a temperature molto basse (rispettivamente -78 e -25 gradi), e che sarà invece possibile con il preparato di AstraZeneca che viene conservato, al pari del vaccino dell’antinfluenzale, in un normale frigorifero. Ecco che i medici di medicina generale, oltre a individuare, tra i propri assistiti, quelli che prioritariamente possono essere vaccinati, potranno anche somministrare il farmaco direttamente.



I farmacisti

Sempre in questa prima fase hanno svolto un ruolo importante anche i farmacisti che «hanno partecipato attivamente alla fase uno di prenotazione delle vaccinazioni da parte del personale sanitario, raccogliendone oltre 4. 500 – spiega il presidente di Federfarma Fvg, Luca Degrassi –. Come sempre cerchiamo di dare il massimo supporto al Servizio sanitario regionale e continueremo ad essere disponibili per la prenotazione quando la vaccinazione verrà estesa alla popolazione generale.

È chiaro – prosegue – che va data priorità alle persone più fragili, e quindi alle persone più anziane, a quelle che hanno una o più patologie croniche, e a persone per le quali un contagio può determinare situazioni di gravi difficoltà. Una vaccinazione tempestiva e completa di queste persone dovrà essere un obiettivo determinante. Dopodiché è auspicabile che arrivando a coprire una parte consistente della popolazione, potremo davvero uscire da questa pandemia».

Opportunità
Un’opportunità ulteriore da cogliere è quella offerta da un emendamento alla legge di Bilancio che prevede che i vaccini, anche quello contro il Covid come l’antinfluenzale, possano essere somministrati in farmacia da un infermiere, da un operatore sanitario e anche dal farmacista stesso sotto la supervisione di un medico. «Per rendere operativa la norma – conclude Luca Degrassi di Federfarma Fvg – è necessario mettere a punto dei protocolli operativi a garanzia della sicurezza sia di chi vaccina sia di chi viene vaccinato». Ma sarebbe innegabilmente un modo per accelerare la campagna.

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