In liquidazione tre società del Gruppo Bardelli

UDINE. Liquidazione volontaria per le tre società storiche del Gruppo Bardelli. Ferramenta Bardelli, Siderurgica Bardelli e Compagnia ingrosso ferramenta chiudono i battenti. Al più tardi a novembre. Perché alle spalle sono diversi bilanci in rosso e ormai la situazione è diventata insostenibile.
È «provato» Antonio Maria Bardelli perché «è sempre una sconfitta per un imprenditore chiudere un’azienda». Non dimenticando che ci sono anche 43 dipendenti. «Purtroppo non credo che la cassa integrazione potrà arrivare per tutti – aggiunge Bardelli –. I tempi sono duri, ma se avrò qualche margine, sono pronto a riassumerli con diverse mansioni». Curatrice della liquidazione volontaria è Vera Ardito.
Insieme alla commercialista, ieri nella sede legale delle aziende a Torreano di Martignacco c’erano la proprietà e i rappresentati sindacali di Cgil, Cisl e Uil. «La crisi dell’edilizia ha remato contro – sottolinea Bardelli –. E purtroppo il 2013 non è il primo anno che chiudiamo un bilancio in passivo. Le difficoltà sono iniziate nel 2009. E non ci siamo più rialzati».
La liquidazione era nell’aria da qualche mese. «Nei primi mesi dell’anno abbiamo sondato la possibilità di cedere le società ai dipendenti riuniti in cooperativa – ricorda Bardelli –, ma l’operazione non è andata a buon fine. Purtroppo non è più sostenibile una situazione del genere in questo scenario. Quindi, anche se con la morte nel cuore, abbiamo deciso per la messa in liquidazione volontaria».
Primo passo sarà la svendita di tutto il materiale rimasto nei punti vendita e in magazzino, incamerando così la liquidità necessaria per il tentativo di trasferire l’azienda. La proprietà sta infatti «cercando qualche impresa del settore per portare avanti l’attività», rimarca Bardelli che si era occupato della Ferramenta negli anni Ottanta. «Ero molto più giovane, poi sono passato ad altro. Da parecchio tempo non la seguivo più personalmente, non ho il dono dell’ubiquità. Anche questa può essere una motivazione delle difficoltà, ma in momenti difficili bisogna cercare di gestire al meglio anche le proprie possibilità. E questi sono tempi duri».
Tempi duri soprattutto per i 43 dipendenti. Per lo più uomini fra i 40 e i 50 anni, alcuni dei quali potrebbero restare esclusi dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Per la sola Ferramenta è probabile l’attivazione di un percorso di cassa integrazione a cui seguirà la mobilità. E questo perché la società conta almeno 15 addetti diretti. Per la Siderurgica Bardelli e il Centro ingrosso ferramenta, invece, potrebbe arrivare - nella migliore delle ipotesi - un breve periodo di cassa integrazione in deroga. All’orizzonte però c’è l’ampliamento del Centro commerciale Città Fiera. «Sono pronto a riassumere il personale – assicura Bardelli –, lo farei molto volentieri. Ma si devono creare le condizioni».
All’incontro di ieri hanno partecipato anche i rappresentanti sindacali. «Si è parlato dell’interessamento di un paio di realtà che punterebbero a rilevare le società – sottolinea Andrea Sappa, segretario provinciale della Uil Tucs –. Per noi è importante capire se si tratta soltanto di marketing, se cioè si punta alla salvaguardia del nome, oppure se c’è un vero progetto imprenditoriale che coinvolge anche i dipendenti».
«L’azienda è in difficoltà dal 2009 - ricordano i sindacati -, ma gli stipendi sono sempre stati pagati. Ora la proprietà ha davanti a sé un’operazione di recupero di crediti da effettuare e con le somme ricavate più il magazzino può realizzare il progetto di liquidazione».
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