In pensione Berlenga il “re” dei traslochi e delle spedizioni per i meno fortunati

Nel 1987 la svolta della vita: lasciò l’Esercito per la nuova professione Attivo nel volontariato, raccoglie fondi per l’Area giovani del Cro  



L’arrivo del meritato traguardo Massimo Berlenga l’ha condiviso su Facebook nel suo consueto modo, ironico e determinato, infarcito di emoji, le faccine onnipresenti nei messaggi del web: «Dopo 43 anni e due mesi oggi si va in pensione. Ritirato dal lavoro ma non dalla vita. Non è un traguardo ma un nuovo punto di partenza, dove lentamente raccogliere tutti i sogni di una vita» afferma. Il suo nome è sinonimo di traslochi e autotrasporti, di passione per il lavoro e amore per la città che l’ha adottato, giovanissimo, quale sottufficiale dell’Esercito.

Massimo Berlenga è nato a Passo Corese, in provincia di Rieti. A 16 anni si è arruolato nell’esercito: era il 23 maggio 1973. «Sono stato a Cassino e a Civitavecchia, nel dicembre 1973 il trasferimento a Palmanova, nel reggimento cavalleria» racconta. Quindi la scuola sottufficiali a Viterbo, sorta di lasciapassare per il trasferimento a Pordenone, all’8° reggimento Bersaglieri, avvenuto nel 1975. Un ruolo che ha mantenuto sino al 1987. Quarantatrè anni fa il matrimonio con Emanuela Visentin, di Montebelluna. «Il lavoro nell’Esercito cominciava a starmi stretto» evidenzia. Si guarda in giro. Nel 1986 inizia con dei piccoli traslochi, ritagliandosi qualche ora al di fuori dell’orario lavorativo, dopodichè prende la decisione: il 31 dicembre 1987 lascia la forza armata. Comincia in tal modo l’attività di traslocatore, dapprima lavorando con ditte pordenonesi, successivamente seguendo i privati. Da piccola realtà la Traslochi Berlenga cresce, sino ad avere nove dipendenti e altrettanti mezzi. «Nel 2005 ho cominciato a far conoscere il lavoro a mia figlia Alessia – sottolinea – . Lei e suo marito, Michele Murgia, prenderanno in mano l’attività. Già da tempo mi stanno dando il cambio. Io non sparirò, darò loro una mano come collaboratore familiare».

Tra gli innumerevoli traslochi curati da Massimo Berlenga, quelli che rammenta con particolare piacere sono stati effettuati per la sua città: «Abbiamo effettuato il trasloco della Prefettura, dell’Ufficio delle entrate, della Questura. Abbiamo lavorato molto per i carabinieri, abbiamo spostato gli archivi dell’ospedale civile e abbiamo lavorato per l’Electrolux in giro per l’Europa». Non sono mancate le particolarità, come quell’armadio che conteneva migliaia di lampadine fulminate dentro una scatola. Osserva: «Il proprietario aveva quella strana collezione di lampadine in cui segnava la data di messa in funzione e quella in cui si erano bruciate».

Oltre al lavoro Massimo Berlenga ha coltivato la passione per la Vespa e per i viaggi, che compie per raccogliere fondi a favore dell’Area Giovani Cro. L’ultimo è stato l’estate scorsa aChernobyl: il 29 novembre ci sarà la presentazione, una mostra con 58 foto, un calendario e un libro che uscirà in primavera. I proventi andranno all’Area giovani. —



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