In piazzale Cella c’è FricoGourmet il primo take away

L’obiettivo è certamente ambizioso: far diventare il frico, pietanza emblema dei friulani, famoso nel mondo come la pizza. Per riuscirci, Carlo Passone, si è inventato il primo frico da asporto in piazzale Cella. Un vero e proprio take away, con tanto di packaging dedicato, chiamato “FricoGourmet”.

«Siamo aperti dal 15 luglio – racconta Passone, che della pietanza per eccellenza dei friulani se ne intende, essendo il presidente nientedimeno che dell’Accademia del frico – e per ora i riscontri sono positivi. Sono orgoglioso di essere friulano, e ho intenzione di far capire al mondo quanto buono sia il nostro “tortino” di formaggio». Passone ha studiato nei minimi dettagli il format di “FricoGourmet”, a partire dalla preparazione del prodotto. «Non è un frico qualunque – spiega – noi le patate non le facciamo bollire, ma le cuociamo in padella. Per riuscire a garantire una tempistica adeguata a un take away – chiarisce – sfruttiamo le potenzialità di un forno robot, che ci consente di avere il prodotto pronto in pochi minuti». E poiché anche l’occhio vuole la sua parte, Passone ha creato un imballaggio ad hoc sfruttando, per il logo, la creatività di Francesco Messina: «In una confezione dedicata, serviamo un frico con un diametro di 12 centimetri e con un peso di 160 grammi insieme a tre fette di polenta e a una salsa tipo mostarda. E per rimarcare il rapporto con il territorio, non solo il frico, ma pure la polenta, sono preparati utilizzando un formaggio Montasio stagionato per sei mesi».

Molteplici le declinazioni del frico gourmet: accanto a quello classico (Montasio, patate e cipolla), disponibile anche nella versione croccante, nel menù ci sono le varianti con pancetta affumicata, zafferano, porro e speck, salsiccia e scarola, rosmarino e molti altri. «Per gli abbinamenti – assicura Passone – ci siamo rifatti alla Grammatica dei sapori di Niki Segnit. Nulla è stato lasciato al caso».

Nemmeno per i prezzi. «Non volevamo far diventare costoso un piatto “povero”: ci siamo rifatti all’esperienza delle sagre». Si va quindi dai 7 euro per un frico classico, ai 9 euro per la versione al tartufo. Una reinterpretazione che ha fatto storcere il naso a qualcuno, con le prime critiche già arrivate alle orecchie di Passone: «Vado avanti per la mia strada, non cado nelle provocazioni dei “puristi” del frico. Sarà il mercato a stabilire chi ha ragione». Per ora “FricoGourmet” dà lavoro a tre persone, ma terminato il rodaggio, con lo sbarco on line (sulle principali piattaforme di servizio take away) i numeri sono destinati a salire, così come i frico sfornati: oggi sono 50 al giorno. Tra un mesetto si punta ad arrivare, con l’attivazione di un numero di telefono per gli ordini on line, a 150. La rivoluzione è appena all’inizio. Il format “FricoGourmet” è già pronto a sbarcare anche a Cividale.—

A.C.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto