In Spagna contro Franco: l’Anpi ricorda 27 friulani

Sabato, nel capoluogo carnico, la consegna delle targhe ai parenti degli antifascisti

TOLMEZZO. Antifascisti in patria e all’estero, quando il golpe militare spazzò via la Repubblica spagnola, i 27 volontari partiti dalla Carnia, dal Canal del Ferro e dal Gemonese, non esitarono a schierarsi con il popolo spagnolo contro il generale Francisco Franco che guidava i militari spalleggiati da Mussolini e da Hitler.

Tra il 1936 e il 1939, i nostri combattenti, assieme a migliaia di coetanei giunti da tutto il mondo (4.500 gli italiani, 400 partirono dal Friuli Venezia Giulia, 150 dalla provincia di Udine) anche se non vinsero quella guerra per la libertà, gettarono le basi per la costituzione dell’Europa che oggi, a 80 anni di distanza, si trova a placare altri venti nazionalisti.

Non a caso la sezione Anpi di Tolmezzo, presieduta dal professor Pasquale D’Avolio, e l’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna (Aicvas) hanno ricostruito le storie di queste persone per consegnare i diplomi d’onore ai parenti. La cerimonia si svolgerà sabato, dopodomani alle 16, nella sala dell’Uti, ex Comunità montana, a Tolmezzo.

Questa è una storia da non dimenticare perché, come scrive il ricercatore degli Istituti di storia del movimento di liberazione, Marco Puppini, «le Brigate internazionali hanno rappresentato il tentativo di creare un esercito popolare che cominciasse a realizzare una società nuova, dove l’obbedienza fosse frutto della convinzione e non della repressione, dove regnasse la fraternità internazionale e fossero superati i pregiudizi razziali, dove fossero rappresentate tutte le idee politiche antifasciste».

Tant’è che questa esperienza pose – sono sempre le parole di Puppini – «le premesse per la vittoria della coalizione antifascista al termine della seconda guerra mondiale».

Puppini, Pierpaolo Lupieri, il componente del direttivo Anpi appassionato di Storia, con la collaborazione di Maila Pellizzari nipote di un combattente di Preone, hanno riletto i documenti e scavato negli archivi per riscrivere le 27 biografie in un libriccino che, sabato, sarà distribuito gratuitamente nel corso dell’evento. La cosa più complicata è stata rintracciare i parenti dei volontari antifascisti residenti fuori regione e anche all’estero. Alcuni mancano all’appello: «È stato impossibile – spiega Lupieri – andare al di là dei cugini». Gli organizzatori mai avrebbero immaginato che l’evento, complice il referendum per l’indipendenza catalana, assumesse un profilo quanto mai attuale. Sabato, dopo i saluti dei presidenti dell’Uti e dell’Anpi Provinciale, Pietro Brollo e Dino Spanghero, a ricostruire il contesto storico e politico sarà Puppini anche in veste di vice presidente dell’Aicvas.

La presidente dell’Asociación amigos de las brigadas internacionales, Almudena Cros Gutierrez, ripercorrerà, invece, la memoria delle Brigate internazionali in Spagna. E dopo la consegna dei diplomi d’onore ai familiari non mancherà un momento di intrattenimento con le musiche dell’antifascismo e della Resistenza europea del gruppo Ovce di Trieste.

«Abbiamo trovato storie straordinarie – continua Lupieri –, storie di uomini già sfuggiti al fascismo che una volta rientrati in Italia si unirono ai partigiani. Alcuni morirono nella guerra di Resistenza. In un momento molto critico per la Spagna vogliamo che emerga, senza distinzione alcuna, la nostra vicinanza al popolo iberico, nel ricordo di chi, a suo tempo, dalla Carnia e dal Friuli, volle offrire il proprio impegno, in alcuni casi anche la vita, per una causa di giustizia, libertà e redenzione sociale».

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