In Vaticano il giorno dell’albero donato dalla regione Fvg a Papa Francesco

A Città del Vaticano venerdì 7 dicembre è il giorno dell’inaugurazione dell’albero di Natale donato dalla Regione Fvg e dalla diocesi di Concordia Pordenone a Papa Francesco. Subito dopo l’omaggio al pontefice, è stato presentato “Sand Nativity 2018”, il presepe monumentale di sabbia realizzato in piazza San Pietro, dono della città di Jesolo e del Patriarcato di Venezia, e l’albero di Natale proveniente dal Cansiglio.

In Vaticano anche il governatore Fedriga. «Un simbolo della nostra terra che è stata colpita e ferita nel mese di ottobre ma che, come sempre, ha avuto la forza di rialzarsi». Così il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha definito l’abete di Natale proveniente dal Cansiglio e donato al Santo Padre, la cui cerimonia di accensione delle luminarie è avvenuta in serata in piazza San Pietro.

A pigiare il tasto che ha illuminato l’abete è stata una piccola pordenonese di tre anni, di nome Asia. Alla presenza del cardinale Giuseppe Bertello, presidente del governatorato della Città del Vaticano, di una quindicina di ambasciatori accreditati presso la Santa sede, del vescovo della diocesi di Concordia Pordenone Giuseppe Pellegrini e di alcuni rappresentanti dell’esecutivo regionale, Fedriga ha ricordato come l’abete incarni lo spirito della gente che vive in Friuli Venezia Giulia e che l’albero, proprio in occasione del Natale, assuma un significato molto particolare come la riscoperta delle radici cristiane.
Rivolgendosi al cardinal Bertello, il governatore ha ringraziato il Vaticano «per aver ospitato un simbolo della nostra terra colpita e ferita dal maltempo che si è abbattuto nelle nostre zone, ma che ha saputo prontamente reagire come già più volte è accaduto in passato. Questo albero - ha aggiunto Fedriga - rappresenta anche le nostre radici culturali, quelle che si riferiscono alle nostre tradizioni e alla nostra fede, alle quali dobbiamo cercare di fare riferimento quotidianamente nei nostri territori e non solo in occasioni ufficiali come quella di oggi».
Quindi Fedriga, riferendosi al maltempo e all’abete come emblema di una regione che non si è spezzata di fronte alle intemperie, ha ricordato il grande lavoro compiuto dalle migliaia di volontari che hanno lavorato per ripristinare i territori colpiti dalle avverse condizioni atmosferiche.
«Queste persone - ha detto - hanno computo una sorta di »sacrificio d’amore« mettendosi a disposizione di chi aveva subito danni e devastazione. Volontari che si sono rimboccati le maniche, portando aiuto e sostegno a chi ne aveva bisogno. Questi elementi - ha concluso il governatore - mi rendono orgoglioso di rappresentare questa terra».
La cerimonia di accensione delle luminarie dell’albero e della scopertura del presepe di sabbia donato dalla Regione Veneto ha preso il via con l’intonazione dell’inno dello Stato pontificio eseguito dalla banda del Corpo della Gendarmeria vaticana, seguito da alcune coreografie del gruppo Federico Angelica di Aviano. Presenti in piazza anche il coro San Marco di Pordenone che, insieme al Tomat di Spilimbergo, hanno eseguito alcuni brani tra cui il celeberrimo Stelutis Alpinis.
Fra i presenti il vescovo di Concordia Pordenone Giuseppe Pellegrini e Sandro Sandrin, presidente dell’associazione Eventi. Nel pomeriggio in piazza San Pietro, poi, si terrà la cerimonia dìinaugurazione con l’inno dello Stato della Città del Vaticano eseguito dalla banda del Corpo della Gendarmeria Vaticana e il discorso introduttivo dl cardinale Bertello, presidente del governatorato della città del Vaticano.
Poi Danzerini di Aviano, Coro San Sebastiano di Jesolo, Coro San Marco di Pordenone e Coro Tomat di Spilimbergo si esibiranno con canti e danze. A conclusione la scuola alberghiera Ial di Aviano ed i ristoratori del Veneto daranno una dimostrazione enogastronomica delle specificità regionali dei rispettivi territori nell’aula Paolo VI, attrezzata per concludere con un brindisi finale alla presenza delle autorità.
Il saluto del Papa. «Il presepio e l'albero, simboli affascinanti del Natale, possano portare nelle famiglie e nei luoghi di ritrovo un riflesso della luce e della tenerezza di Dio, per aiutare tutti a vivere la festa della nascita di Gesù. Contemplando il Dio Bambino che sprigiona luce nell'umiltà del presepe, possiamo diventare anche noi testimoni di umiltà, tenerezza e bontà». Lo ha affermato papa Francesco ricevendo in udienza nella Sala Clementina le delegazioni dalle regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto per il dono dell'albero di Natale e del presepio allestiti in Piazza San Pietro.
Presenti, tra gli altri, mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, per il dono del «Sand Nativity 2018», il monumentale presepe scolpito in sabbia jesolana, e mons. Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia- Pordenone, per l'abete proveniente dalla Foresta del Cansiglio. «L'albero e il presepio sono due segni che non finiscono mai di affascinarci - ha detto il Papa -; ci parlano del Natale e ci aiutano a contemplare il mistero di Dio fattosi uomo per essere vicino a ciascuno di noi».
Il saluto del Patriarca di Venezia e del Vescovo di Pordenone. «Il presepe è al centro anche di polemiche che faccio fatica a capire. È un segno che unisce gli uomini e li fa sentire fratelli di un unico Padre». Lo ha detto il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nel suo indirizzo di saluto a papa Francesco durante l'udienza nella Sala Clementina alle delegazioni dal Veneto e dal Friuli-Venezia Giulia per il dono del presepe in sabbia jesolana e dell'albero di Natale allestiti quest'anni in Piazza San Pietro. Da parte sua, il vescovo di Concordia- Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini, ha ricordato i recenti danni causati dal maltempo che ha colpito i territori montani, le vittime che ci sono state, e ha chiesto per questo una preghiera al Pontefice.
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