«Inaffidabile», via l’arma al poliziotto in pensione
Ricorso al Tar respinto, per un appartenente alla polizia di Pordenone che, al momento della cessazione dal servizio, chiese il rilascio della licenza del porto di pistola per difesa personale. Su parere del questore, il prefetto disse no con «giudizio prognostico di inaffidabilità» nei confronti dell’interessato. Di qui il ricorso al Tar. I giudici hanno stigmatizzato «la singolare coincidenza dello smarrimento di tesserino di riconoscimento e relativa placca proprio l’ultimo giorno di lavoro» e il fatto che l’interessato, che aveva subito due minacce a distanza di 18 anni l’una dall’altra, fosse transitato nei ruoli tecnici nel 2011 non svolgendo fino alla pensione, nel 2018, servizi ordinari e operativi di polizia. «Il porto d’armi – secondo il Tar – non costituisce un diritto assoluto ma un’eccezione al divieto di portare le armi». —
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