Inaugurata e già chiusa la pista ciclabile Venzone - Gemona

GEMONA. Si inaugura la tanto attesa pista ciclabile che collega Venzone a Gemona, e arrivano pure i primi cicloturisti austriaci e tedeschi, ma il percorso è già interrotto a causa di un ultimo intervento di messa in sicurezza. Dopo la grande partecipazione registrata sabato scorso al taglio del nastro in cui erano presenti l'assessore regionale Mariagrazia Santoro e molti amministratori della zona, pochi giorni dopo, la percorribilità della tratta subisce una prima battuta d'arresto.
Infatti, sulle pareti rocciose che caratterizzano il percorso tra i Rivoli Bianchi di Venzone e Ospedaletto sono in questi giorni operativi alcuni operai specializzati incaricati dalla Comunità montana di mettere in sicurezza quel punto dal rischio caduta massi, e dunque mentre si realizza l'intervento è stato temporaneamente interrotto il passaggio.
La questione finisce sui social network con tanto di foto che riprende l'interruzione momentanea, scatenando diverse discussioni in rete di chi è sostanzialmente sorpreso di fronte a questa improvvisa interruzione, a pochi giorni dalla sua inaugurazione. In realtà, il problema sarà risolto in poco più di due settimane: «Nel giro di 15, al massimo 20 giorni, se il brutto tempo non interverrà a impedire la continuazione dei lavori, la cosa sarà risolta», spiegano dagli uffici della Comunità montana che hanno seguito tutto il cantiere da quando è stato affidato nella primavera dell'anno scorso.
Ma come è potuta succedere questa svista? Se questa è la domanda più ricorrente in merito alla pista ciclabile in questi giorni, i tecnici della Comunità montana lo chiariscono con franchezza visto che si è trattato di un semplice problema burocratico: «L'intervento di messa in sicurezza su quelle pareti rocciose - spiegano - non è stato affidato alla ditta che ha realizzato tutta l’opera perché per quel tipo di intervento era necessario fare riferimento a persone preparate nello scalare le rocce per sistemare le apposite reti di sicurezza.
Era già tutto programmato, ma quando si è trattato di avviare i lavori è giunta ai nostri uffici una segnalazione di irregolarità contributiva sull’appalto affidato, che in base alle successive verifiche non è risultata tale. Tutto è stato risolto, ma questo ci è costato quaranta giorni di ritardo. Se non fosse stato così, il problema non si sarebbe posto».
Insomma, colpa della burocrazia, ma per fortuna non c’è niente di grave e irrisolvibile, e da parte loro i tecnici della Comunità montana chiedono soltanto di portare pazienza per ancora qualche giorno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto