Incendi e furti per intimidire i forestali

UDINE. Non esistono regole, nel pianeta dei bracconieri: si spara con armi clandestine, vicino a luoghi abitati e in aree protette e poi si fa festa attorno agli animali sgozzati e pronti per essere venduti sul mercato dell’illegalità. Ma guai a metterci il becco, in quelle cose.
Guai a storcere il naso di fronte alle loro scorribande notturne nei boschi delle montagne friulane. Si credono intoccabili e tali pretendono di rimanere. Salvo finire per ritrovarsi sotto inchiesta due volte: prima, per l’ipotesi di avere violato la legge sulla protezione della fauna selvatica e, poi, anche per quella ulteriore di avere cercato di spaventare chi indagava su di loro.
È quanto contestato dalla Procura di Udine a tre persone chiamate a rispondere di incendio ai danni di due agenti del Corpo forestale regionale e a una quarta che, con loro, è accusata del furto del pollame di un cacciatore che aveva collaborato alle indagini.
Tre episodi sufficienti a generare un clima di inquietudine negli ambienti venatori, ma non a esaurire l’assai più lungo elenco di atti intimidatori denunciati nei mesi scorsi, ma rimasti a lungo a carico di ignoti e infine archiviati. Tutti casi sui quali la magistratura non dispera di fare luce, come ha dichiarato il procuratore Antonio De Nicolo. «Si tratta di episodi espressivi di un disvalore sociale – ha detto –, perché compiuti ai danno di persone che hanno fatto soltanto il loro dovere».
Nato come costola dell’inchiesta principale sugli episodi di bracconaggio scoperti nella zona di Venzone nel corso del 2016, il fascicolo raccoglie contestazioni relative al periodo compreso tra il luglio 2017 e il marzo 2019. Sei gli imputati, di cui quattro già coinvolti nel procedimento approdato l’estate scorsa davanti al gup di Udine e sfociato in 4 rinvii a giudizio e 3 patteggiamenti. Nel tirare le fila delle indagini, il pm Elisa Calligaris, titolare di entrambi i fascicoli, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti.
A cominciare da Antonio Brisinello, 55 anni, di Pontebba, e Diego Battaglin, 61, di Marostica, sottoposti rispettivamente alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Milano (dopo un periodo ai domiciliari) e a quella dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, proprio a seguito della nuova tornata di accuse. E cioè, in particolare, dopo che le indagini incrociate di Polizia e Forestale, permisero di trovare e sequestrare, l’8 dicembre 2018, una Remington calibro 222 clandestina.
Da qui, le accuse di porto d’armi illegale, delle modifiche apportate per potenziarla e dotarla di silenziatore, della sua ricettazione e della detenzione di 25 munizioni.
Ipotesi aggiuntesi a quelle dei due incendi - il primo, divampato tra il 13 e il 14 luglio in una casa disabitata di Aclete, a Pontebba, è contestato al solo Brisinello, il secondo, che il 27 dicembre 2018 mandò in fumo una struttura in legno per gli attrezzi a Portis di Venzone, a entrambi - e al furto di 15 galline e 30 polli da una recinzione a Pontebba, il 30 settembre 2018. Al solo Brisinello sono attribuite anche una serie di violazioni alla legge sulla fauna selvatica, mentre Battaglin deve rispondere di ulteriori due cartucce sospette.
A ripresentarsi è anche il nome di Christian Filaferro, 36 anni, di Pontebba, coinvolto sia nell’ipotesi di furto del pollame, sia nel porto e la ricettazione della Remington. Nei guai pure suo padre Carlo Filaferro, 64, di Pontebba, cui si contesta il concorso nell’incendio di Venzone.
Né è finita per Gianni Tondo, 63, di Venzone, che in questo secondo filone è accusato di favoreggiamento nei confronti di Christian Filaferro: nel settembre 2018, avrebbe posizionato sulla propria auto il Gps che gli investigatori avevano installato sul veicolo dell’amico, per depistarne l’attività di monitoraggio. Nell’inchiesta, infine, è entrato anche il nome di Manuel Baron, 19, di Pontebba, per il suo asserito concorso nel furto del pollame.
Per tutti, l’udienza preliminare comincerà il 26 febbraio. Tra le parti offese, oltre ai due forestali e al cacciatore, figura anche la Regione Friuli Venezia Giulia.
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