«Incendi, i mezzi non sono all’altezza»

Il sindaco di Tramonti di Sotto alla Regione: «L’impegno non basta. Mancanza di risorse? L’argomento non convince più»

TRAMONTI DI SOTTO. «Il vero problema che si palesa sin dai primi giorni in cui scatta l’allarme incendi è l’inadeguatezza dei mezzi aerei a disposizione per le operazioni di spegnimento. Se i velivoli fossero più numerosi, le emergenze potrebbero rientrare più rapidamente. Regione e Governo nazionale dovrebbero investire maggiormente anche sul fronte della prevenzione e garantire un supporto adeguato di mezzi e strumenti organizzativi ai soccorritori. La crisi e l’assenza di risorse, dietro cui si barricano gli enti superiori, sono argomenti che non convincono più nessuno».

Non ha dubbi il sindaco di Tramonti di Sotto, Giampaolo Bidoli, sulla necessità di implementare i mezzi da impiegare sui fronti di fuoco, per cercare di mettere la parola fine a un’emergenza più rapidamente di quanto attualmente si riesca a fare. E lancia un appello prima tutto alla Regione (e quindi sull’assessore alla Protezione civile Paolo Panontin), affinché spinga sull’acceleratore della prevenzione e faccia pressioni anche sul Governo nazionale. Nonostante i tredici giorni di operazioni su larga scala e le recenti piogge, infatti, l'emergenza incendi, almeno nel Maniaghese, non è ancora rientrata.

«L’esperienza del rogo della Val Tramontina dell'anno scorso, durato una decina di giorni, pare non abbia insegnato nulla – dice Bidoli – Anche quest'anno ci troviamo dinanzi allo stesso scenario, con un’emergenza che fatica a rientrare e pochi mezzi a disposizione. Non è pensabile che in Italia, dove ogni anno divampano roghi in più punti contemporaneamente, i mezzi Sirkosky, considerati i più potenti nella lotta antincendi, siano 4. Gli enti superiori devono rendersi conto che l’impegno costante di Forestale e Protezione civile non può bastare. Le azioni dei soccorritori, nelle varie emergenze, sono degne della massima stima. Lo stesso, però, non si può dire per quanto fanno governatori e legislatori, che non sembrano riflettere sulle situazioni passate per rendere più efficaci le loro azioni future».

Le risorse si trovano, secondo Bidoli, per progetti costosi, come strutture pubbliche o Tav, ma risultano invece difficili da reperire per altri settori. Il sindaco non risparmia un duro commento pure sul fatto che le giornate che i volontari della protezione civile impegnano nelle emergenze, sottraendole al lavoro, non siano rimborsate. «Non è pensabile che i lavoratori debbano pagare di tasca propria tutti i conti – rimarca –, dalle speculazioni finanziarie ai costi della politica, dalle guerre agli interventi su incendi o alluvioni».

L’invito che Bidoli rivolge alle istituzioni è anche di «ripensare il ruolo dell’esercito, sfruttandolo di più sul territorio locale, nonché il concetto di difesa, da intendere in maniera più ampia come manutenzione e prevenzione ambientale».

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