Incendi, la Regione recita il mea culpa I DATI - LE CIFRE - LE STRUTTURE

Palmanova, la protezione civile fornisce i dati dell’impegno e si autoassolve dopo l’estate di fuoco. Ma Bolzonello: è evidente che qualcosa non ha funzionato

PALMANOVA. Una lunga disamina, quasi 50 minuti, per spiegare nel dettaglio i giorni di fuoco che hanno sconvolto la regione, per ribadire l’impegno di istituzioni e volontari presenti, per “spegnere” finalmente le polemiche, per fugare ogni dubbio sull’operato della task force messa in campo per domare le fiamme e garantire l’incolumità.

I dati della Regione. È questo il fil rouge della conferenza stampa organizzata ieri mattina, nella sede della Protezione civile, a Palmanova, e alla quale hanno partecipato l’assessore alla Protezione civile, Paolo Panontin, quello alle Attività produttive e vicepresidente della Giunta regionale, Sergio Bolzonello, il direttore della Protezione civile, Guglielmo Berlasso, il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Doriano Minisini, e il Capo stazione del Corpo forestale Massimo Pugnetti.

Una conferenza stampa nel corso della quale Berlasso ha fornito una serie inconfutabile di dati di ogni genere: sull’entità dell’incendio (oltre 1.500 ettari di boschi colpiti in tutto il Friuli Venezia Giulia), sul numero dei volontari, sulle operazioni di spegnimento, sulle cause meteo che hanno favorito il dilagare delle fiamme, sugli eventi concomitanti ed eccezionali che hanno fatto propagare le fiamme, tanto sulle vette udinesi quanto su quelle pordenonesi, tra i territori comunali di Cimolais, Andreis, Vito d’Asio e Tramonti.

L’affondo di Bolzonello. E, come ha fatto anche l’assessore alla Protezione civile, Panontin, il direttore della Protezione civile ha effettuato una strenua difesa senza alcun accenno a eventuali manchevolezze, defaillance, della struttura operativa. Così, l’intervento del vicepresidente della giunta, Bolzonello, è stato davvero un fulmine a ciel sereno.

«Di fronte a una situazione “da paura” - ha esordito – l’emergenza incendio del luglio-agosto è stata risolta. Ma per onestà intellettuale bisogna ammettere che è evidente che qualche cosa non ha funzionato. Certo, abbiamo dimostrato scientificamente - dati alla mano - il grande impegno. Ma va aggiunto che quello che non ha funzionato è la “catena di comando” del Corpo forestale regionale.

Il Corpo forestale. Secondo il vicepresidente, l’ultimo riassetto del Corpo forestale regionale, datato 2010, si è rivelato inadeguato alla prova dei fatti. Prima di tutto - ha osservato Bolzonello - è mancata un’adeguata regia, a causa della mancata copertura del posto di direttore di servizio del Corpo forestale, una carenza a cui la nuova giunta porrà rimedio nei prossimi giorni.

«E poi - ha rincarato - occorre che i forestali facciano davvero i forestali, che ritornino nel bosco». Bolzonello ha perciò annunciato una revisione dei compiti del Corpo forestale, che sarà liberato da una serie di incombenze assegnate nel 2010, come per esempio la vigilanza nel settore agroalimentare, «incombenze che si sono dimostrate improprie». Da qui l’annuncio che entro settembre sarà ripristinata la figura del direttore centrale.

I costi dell’incendio. La Regione - ha informato l’assessore Panontin - sta effettuando la ricognizione dei danni provocati daincendi anche se – aveva precisato giustamente Berlasso – l’opera dei Vigili del fuoco e dei volontari ha scongiurato danni a persone, infrastrutture e abitazioni.

Come ha precisato Pugnetti, del Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia, sarà necessario del tempo per effettuare una completa ricognizione del territorio colpito dalle fiamme. Per quanto riguarda le forze in campo, per adesso si sa che il costo per l’utilizzo dei tre elicotteri è stato di 1 milione mezzo, metre quello relativo ai Canadair e all’elicottero da 9 mila metri cubi di acqua è a carico dello Stato.

Chiesti più fondi. E comunque sia andata, resta sicuramente la scusante di una struttura complessa, quella che opera contro gli incendi boschivi, alle prese con i tagli draconiani dello Stato.

Per questo, lo stesso Panontin ha ricordato di avere richiesto più fondi per la Protezione civile fin dai primi giorni del suo mandato.

Nel Pordenonese. Per quanto riguarda la situazione sul versante pordenonese, a bruciare sono stati il Pala Floriane, in Val Cimoliana, il monte Corta ad Andreis e tratti di bosco nella Val Tramontina.

I primi focolai si sono registrati pochi giorni prima Ferragosto e hanno tenuto impegnati gli uomini della forestale e della protezione civile per una quindicina di giorni, quando le intense piogge hanno definitivamente spento i focolai.

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