Incendio, a Saletto una messa propiziatoria per la pioggia FOTO 1 - FOTO 2 - FOTO 3 - VIDEO
CHIUSAFORTE. Chiusa la provinciale della Val Raccolana. Chiusa dalle 17 alle 21 la statale tra Chiusaforte e Tarvisio per un fronte che minaccia la strada, ma il divieto potrebbe essere prorogato nella notte. Chiusa la ciclabile Alpe Adria. Nuovi focolai nel corso dell’altra notte a ridosso di Patocco, spenti dal tempestivo intervento dei vigili del fuoco. Fiamme che stanno lambendo gli abitati di Piani di qua e Piani di la (circa 150 abitanti) dove sono in allerta decine di volontari che hanno già predisposto otto vasconi e altrettante pompe per garantire un tempestivo intervento. Brucia tutta la “fascia” dello Jovet. Le fiamme sono ormai visibili dal Montasio, dove paiono dirette. La cenere ricade fino ai primi paesi dell’Austria. Il fumo diventa una maleodorante nebbia giallastra dal tramonto a metà della giornata successiva costringendo la popolazione a barricarsi in casa.
I due incendi, quello che si è sviluppato il 12 luglio a Pietratagliata e quello che è divampato due giorni dopo sopra Patocco sono di fatto fuori controllo. Si scruta il cielo. Si guardano le previsioni del tempo. Si lavora alacremente. Si guarda con apprensione alla linea elettrica che trasporta 20 mila volt: se dovesse essere attaccata dal fuoco anche Tarvisio resterebbe al buio. Ipotesi da incubo. Meglio confidare...
Così, il parroco di Chiusaforte, don Raffael Cimpoesu, ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare alla messa che oggi, alle 19, officerà a Saletto, nella chiesa che negli anni in cui la vallata era popolata, rappresentava una sorta di cattedrale della Val Raccolana. Sarà una preghiera – ha confidato il sacerdote al sindaco del suo paese, Luigi Marcon – per chiedere al buon Dio di far piovere.
«Sì, a questo punto – confida il primo cittadino – non ci resta che sperare. Ogni sera andiamo a letto sapendo di avere fatto il possibile e l’impossibile, ma poi c’è un buco di oltre 16 ore durante il quale elicotteri e Canadair non si possono levare in volo e appena il fumo si dirada verso le 12 siamo lì a sperare che la situazione non sia peggiorata».
Intanto, in serata è arrivata un’otttima notizia: la disponibilità del governo carinziano a mettere a disposizione uomini e mezzi. Questa mattina ci sarà un vertice operativo con la Protezione civile. Il Fvg, per bocca del suo governatore, Serracchiani, ringrazia.
La lotta resta comunque improbaba. Difficile. Contro un nemico che forse andava debellato per tempo. Ed è questo il vero snodo di tutta la questione. Gli uomini della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale, i volontari sanno perfettamente che si stanno facendo in quattro. Ma sono pure consapevoli che i tagli dello Stato sono stati impietosi e devastanti. D’ora in poi si ballerà non soltanto con i terremoti, ma con ogni emergenza. Un dato? Lo scorso anno c’erano a disposizione della Protezione civile italiana 40 Canadair. Bene, quest’anno ne sono stati “tagliati” ben 26. E che dire dei “calabroni giganti”, i mitici Erickson S64-E/F dalla capacità di oltre 9 mila litri di acqua? Lo scosro anno ce n’erano a disposizione 4. La convenzione con la società che li gestiva è scaduta lo scorso giugno. Non se n’è saputo più nulla. Pochi giorni fa, il direttore della Protezione civile del Fvg, Guglielmo Berlasso, ha preteso che i vertici romani concedessero l’uso di almeno un Erickson, puntualmente arrivato l’altro ieri. Pare che la nuova convenzione sia stata stipulata proprio il 1 agosto. Di certo, c’è stato stato un taglio di due di questi elicotteri.
«La verità – tuona uno dei tanti volontari che giura di riassumere il pensiero della maggior parte dei colleghi – è che il governo si sta facendo in quattro per acquistare gli F35 a scapito degli investimenti su mezzi e tecnologie che servono a garantire la sicurezza».
Forse ci sono stati dei ritardi. Forse quei due focolai del 12 e del 14 luglio scorsi sono stati sottovalutati. Ma è vero che mezzi e fondi a disposizione della periferia sono risibili. Il Comune di Chiusaforte sta garantendo ogni giorno il frugale pranzo dei volontari: circa 140 panini e 200 bottigliette di acqua, oltre ai costi del gasolio e della benzina per i mezzi del Corpo forestale. «È chiaro – sottolinea il sindaco Marcon – che confidiamo che questi soldi ci vengano restituiti quanto prima».
Chiusaforte, Dogna, Pietratagliata, le frazioni della Val Raccolana si preparano a un’altra notte d’incubo fatta di fumo, di paura e di speranza. Si spera che non si debba ricorrere ad altre limitazioni veicolari. «Per ora – ha riferito ieri sera il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni – l’autostrada non dovrebbe essere toccata dalle fiamme». Sarà, ma da ieri serpeggia il timore che la situazione sia diventata davvero tanto, troppo difficile.
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