Incendio all’Autosystem di Pordenone, spunta la pista del dolo

Lo ipotizza per esclusione la consulenza tecnica affidata dal pm Campagnaro. Escluse cause accidentali e corto circuito. Capannone ancora sotto sequestro

PORDENONE. Per esclusione, la consulenza tecnica della Procura di Pordenone ipotizza la pista dolosa per spiegare l’origine del rogo in cui è bruciato completamente il capannone della ditta Autosystem il 22 settembre dell’anno scorso.

Nella perizia, firmata dall’ingegner Francesco Pilo del comando dei vigili del fuoco di Venezia, si arriva all’ipotesi dolosa come ultima spiaggia soltanto dopo aver depennato dalla lista, una dopo l’altra, tutte le altre possibili cause, delle quali non è stato trovato alcun riscontro.

L’esperto della Procura ha escluso la causa accidentale o il corto circuito. Dentro al capannone non c’erano attività che potessero giustificare un innesco, l’impianto elettrico risultava funzionante. Non sono state trovate, d’altro canto, nemmeno tracce di sostanze acceleranti.

All’interno del capannone è bruciato tutto a causa dell’effetto flashover. Si tratta di un fenomeno in cui, all'improvviso, partendo da un focolaio iniziale, tutto il materiale combustibile si incendia contemporaneamente. Da qui le difficoltà nella ricostruzione dell’innesco del rogo.

Eppure la dinamica del rogo faceva pensare a tutto fuorché al dolo. L’incendio era divampato in pieno giorno: se davvero qualche malintenzionato avesse voluto dare fuoco al capannone, avrebbe atteso se non altro il favore della notte, visto il rischio di essere scoperto.

I dipendenti avevano lanciato l’allarme subito dopo la pausa pranzo. Prima avevano visto il fumo, poi udito una sorta di crepitio provenire dagli archivi al primo piano. Erano riusciti a scappare tutti proprio pochi istanti prima che l’intero edificio, per effetto del flashover, venisse avvolto dalle fiamme.

La struttura è collassata su se stessa mentre una densa colonna di fumo nero, alimentata dai numerosi pneumatici accatastati nel deposito, si levava verso il cielo.

L’inchiesta sull’incendio era stata aperta a carico di ignoti dal pm Matteo Campagnaro, che aveva commissionato la perizia. Il sostituto procuratore ha lasciato poi Pordenone alla volta dell’antimafia di Caltanissetta. La consulenza tecnica è stata nel frattempo depositata. L’inchiesta ora attende il passaggio di consegne.

Intanto nell’ordinata fila di edifici che compone la cittadella dell’auto in viale Venezia quel che resta del capannone Autosystem si staglia come una nota stonata.

«Il capannone è ancora sotto sequestro – precisa Luca Cleva del Gruppo Sina – attendiamo dalla Procura di Pordenone disposizioni». La società ha già in cantiere vari progetti per la ricostruzione, ma sono rimasti fermi proprio in attesa della decisione della magistratura.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto