Incendio, Patocco in festa per il grazie ai suoi eroi FOTO
CHIUSAFORTE. L’ultimo ad arrivare è don Rafael Cimpoesu, parroco di Chiusaforte dal 31 ottobre, 4 anni di sacerdozio anche a Tarcento, cittadino italiano dalla scorsa primavera benchè in Italia fosse arrivato nell’ottobre di 13 anni fa. Ironico, istrionico, pronto alla battutta, è reduce da una partita di calcio con i ragazzi, mentre la sera precedente era sceso in campo con gli amatori del Celtig Scluse che hanno battuto per 3-0 il Socchieve.
A Chiusaforte si trova «da Dio» e lo si intuisce dall’applauso che l’improvvisata combriccola gli regala per una festa dedicata ai volontari della Protezione civile di Malborghetto (coordinati da Enrico Macor), sentinelle per oltre un mese, giorno e notte, della frazione di Patocco, una borgata che negli anni 50 contava 150 anime.
Oggi c’è una manciata di persone, molte venute da fuori. Tra loro Peter, inglese innamoratosi di quell’ossimorico “paradiso” dimenticato, e Pedro, fuggito nel ’68 da Praga dalla brutale repressione sovietica e arrivato nell’anno del terremoto a Chiusaforte come volontario.
Una festa, quella di ieri, a ridosso di alcune abitazioni ristrutturate con grande rispetto della tradizione architettonica locale da alcune coppie di Portogruaro che vi passano l’estate. Il primo a scoprire Patocco era stato Andrea Ferraro, nel 1975.
Rosanna Leandrin ricorda che nel 1981, quando lei e il marito decisero di ristrutturare quello che allora era un rudere, la strada arrivava soltanto fino a Chiout Michel. Da lì mancavano quasi due chilometri per arrivare a Patocco. «Ogni fine settimana trasportavamo a mano e sulle spalle il materiale edile. Poi un muratore di Dogna ha rifatto questo gioiello».
Nei giorni dell’incendio, come tutti hanno temuto per le loro abitazioni, soprattutto quando è stato loro imposto di andarsene. Era la domenica del 4 agosto e d’improvviso l’incendio era stato dichiarato fuori controllo. Marina Vianello, tiene un diario dove ha descritto tutte quelle notti lambite dalle fiamme che si avvicinavano alla borgata.
«Forse - afferma Giuseppe Comello - in un primo tempo c’è stata una certa sottovalutazione, ma poi tutti sono stati favolosi, incredibilmente bravi. In particolare, questi ragazzi di Chiusaforte. Hanno dormito anche all’aperto. Hanno ripulito il bosco creando un lungo fossato frangifiamme. Qualcuno di loro andava in fabbrica fino al pomeriggio e poi saliva qua per lavorare tutta la notte».
Sì, la grigliata di ieri e la festa della borgata è soprattutto per loro, i volontari della Pc di Chiusaforte. Giovani. Entusiasti. La mascotte ha appena 19 anni. Si chiama Malcom De Spirito ed è entrato nella Pc come volontario «perché è giusto darsi da fare per gli altri».
«Sì, davvero bravi ragazzi», sottolinea Giancarlo Della Mea che nel 2001 era l’unico residente di Patocco. «In queste borgate – ricorda Gervasio Martina, una vita da geometra al Comune di Udine – feste come questa erano una consuetudine. Non c’era altro».
Brindisi e foto ricordo. Ci sono anche il sindaco, Pierluigi Macor, i Dos (dirigenti operantini di spegnimento), Massimo Pugnetti, Mauro Müller e il responsabile del Corpo forestale di Moggio, Flavio Palla, a festeggiare quel nugolo di ragazzi-eroi radicati nelle loro montagne.
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