Incendio sul tetto di una palazzina a Pordenone, due famiglie sfollate

Il rogo in via D’Annunzio nella mattinata di sabato 28 dicembre durante la manutenzione della copertura, alcuni appartamenti inagibili. Condominio sgomberato, soccorse tre persone fragili, una portata in ospedale

Giulia Soligon
La palazzina dove è divampato l'incendio in via D'Annunzio, a Pordenone
La palazzina dove è divampato l'incendio in via D'Annunzio, a Pordenone

Sono due gli appartamenti al terzo e al quarto piano dichiarati inagibili a seguito dell’incendio che nella mattinata di sabato 28 dicembre ha interessato il tetto del condominio Il Pino al civico 3 di via Gabriele D’Annunzio a Pordenone. Due le famiglie, una di cittadini di nazionalità pachistana con un bambino, che hanno dovuto ricorrere ad alloggi di emergenza nell’attesa di poter rientrare nei loro appartamenti.

Inizialmente l’intero edificio era stato evacuato. Come ha riferito la polizia locale, che le ha prese in carico, le sei persone sfollate sono state sistemate temporaneamente in albergo. Le altre quindici famiglie hanno potuto fare rientro nei propri alloggi, dopo i sopralluoghi da parte dei vigili del fuoco. Tra i primi a raggiungere il posto gli agenti di una volante della polizia, che stavano transitando in una strada laterale. Accortisi dell’alta colonna di fumo alzatasi dal palazzo, si sono precipitati a prestare soccorso.

 


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Due persone, una donna anziana e un uomo con problemi di deambulazione, erano bloccati ai piani alti dell’edificio e non erano in grado di abbandonarlo da sole, mentre un uomo in carrozzina, anche lui anziano, era fermo al pianerottolo del quarto e ultimo piano. I poliziotti hanno raggiunto i tre in difficoltà e li hanno accompagnati fuori in attesa dell’arrivo degli operatori sanitari con ambulanza e automedica, che hanno trasportato in ospedale solo l’anziano in sedia a rotelle per ricevere assistenza.

«Mio papà non può camminare. Mia mamma l’ha portato giù subito in ascensore e io sono sceso per le scale» racconta un altro dei proprietari di un appartamento al quarto piano, che improvvisamente si è trovato le fiamme davanti alla finestra e che ora dovrà vivere per un po’ di tempo in un alloggio temporaneo.

L’intero palazzo è ingabbiato dai ponteggi per consentire lo svolgimento degli interventi di ristrutturazione. Poco prima che l’incendio divampasse, sul tetto si trovavano due operai che stavano eseguendo la posa della guaina bituminosa. «Stavo facendo i lavori, la guaina ha preso fuoco. Subito abbiamo usato un estintore nel tentativo di spegnere le fiamme, poi abbiamo chiamato le forze dell’ordine e ci siamo messi in salvo».

Il racconto sembrerebbe rivelare la causa dell’incendio, tuttavia solo accertamenti tecnici e indagini stabiliranno esattamente cosa è successo. Scongiurato per fortuna uno scenario più drammatico. «Vicino al terrazzo del nostro appartamento passano le tubature del gas e c’è un contatore elettrico» riferisce un inquilino. Nessuno dei condomini per fortuna è rimasto ferito o intossicato per l’inalazione dei fumi.

Gli inquilini del palazzo sono rimasti in strada per diverse ore. Una famiglia con un bimbo piccolo ha cercato riparo dal freddo in auto, coprendosi con alcune coperte. Altri si sono sistemati nelle aree più soleggiate, ma senza perdere di vista il condominio. Nel frattempo sul posto si sono raccolti diversi abitanti della zona, allarmati dall’alta colonna di fumo nero visibile anche a distanza di chilometri.

«Ci siamo resi conto di cosa stava accadendo quando abbiamo sentito le sirene dei pompieri sempre più vicine. Sapevamo che stavano facendo lavori sulla copertura. Dovevano rifare il tetto. Ormai da un mese andavano avanti» ha spiegato un residente della zona. Per far fronte al rogo sono state impegnate una squadra dal comando provinciale di Pordenone con autobotte e autoscala, oltre al supporto dei volontari del distaccamento di Sacile, che si sono dati il cambio nel primo pomeriggio con i colleghi di Maniago.

Dopo aver evacuato l’intero edificio, i pompieri hanno circoscritto la zona incendiata e poi avviato le operazioni di spegnimento fino a domare definitivamente le fiamme. In supporto anche il gruppo Nbcr (Nucleare batteriologico chimico e radiologico) dei vigili del fuoco, specializzato per la verifica di tossicità dei materiali bruciati. 

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