Inchiesta corruzione: «La verifica da 6 milioni? Ha come prezzo 98 mila... »

A Marghera l’incontro tra Borelli ed Esposito, big dell’Agenzia delle Entrate. Il pm Stefano Ancilotto: «La Cattolica Assicurazione è una mucca da mungere» 

VENEZIA. «Spudoratezza». Usa questo termine il pubblico ministero Stefano Ancilotto per definire - nella sua richiesta di misure cautelari avanzata al gip Scaramuzza - il continuo mercanteggiare, «il legame che lega pubblici ufficiali e privati, tale da sconfinare nel reato di associazione a delinquere, vista la stabilità del vincolo e il numero indeterminato di richieste corruttive avanzate».

Spudoratezza come quella catturata dai finanzieri in una delle ultime conversazioni intercettate e che hanno convinto - tra le tante - il giudice per le indagini preliminari Scaramuzza a far scattare le manette.

Le minacce. È l’antivigilia di Natale 2016 quando Elio Borrelli (già trasferito a Pesaro, ma ancora molto attivo come mediatore) e il direttore dell’Agenzia di Venezia Esposito si incontrano a Marghera. Parlano del fascicolo Comet. Sicuri. Sfacciati. «Quella da 6 milioni?» dice Borrelli. «Eh, io posso annullare tutto (....) io gli scombino tutto l’accordo se non si fa», minaccia Esposito. «Ovvio!», gli risponde l’amico. Il prezzo? «che...pagano 98 mila». «Chilli sanno ...se non fanno quello che devono fare io faccio gli accertamenti! non faccio annullare questa», insiste Esposito. «Bravo!», plaude Borrelli. «Non faccio niente (....) e i cart’ vann’ a’ man’! no, no, diglielo chiaro».

Il finanziere, il dirigente e i Rolex. Una perla dietro l’altra nelle intercettazioni che il pm ha messo nella sua richiesta di misure cautelari. Il tenente colonnello della Guardia di Finanza Vincenzo Corrado fa il pavone, mentre parla di come sistemare la pratica Baggio: «Ma io sono un professionista di livello assoluto! A Bologna l’unico non arrestato sono io! Perché? Perché i ragazzi mi amano pazzamente, perché io sono questo personaggio». Corrado fa - tra l’altro - da mediatore tra il responsabile delle verifiche dell’Agenzia Christian David e i vertici della Cattolica assicurazioni di Verona, che devono risolvere un accertamento milionario. In una intercettazione parla con Giuseppe Milone, responsabile amministrativo della società: «Se viene fuori un Rolex da 7/8 mila euro nessuno ci sputa sopra, è gradito». Milone non fa una piega: «Molto bene». E il Rolex arriverà per entrambi.

I parenti da piazzare. Vanno via come il pane, quanto preziosi e i contanti: sono le assunzioni. Dei figli, della compagna, dell’amico o dell’amica. Tutti hanno qualcuno da piazzare e la prescelta è la potente Cattolica Assicurazioni.

Borrelli vuol far assumere la compagna Maria Teresa Ciampalini ed è esoso: «Se vi comportate bene con quella posizione....tante cose si risolvono», dice a Giuseppe Milione. «A fronte di tali richieste il gruppo Cattolica assicurazioni», scrive il pm Stefano Ancilotto, «proponeva a Ciampalini l’assunzione con contratto come lavoratore dipendente, con sede a Verona e un compenso annuo di 90 mila euro, oltre 12 mila come rimborso per l’affitto di un appartamento a Verona. Offerta ritenuta non adeguata alle promesse fatte e da qui nasceva un cambio di atteggiamento del Borrelli, che iniziava a chiedere a David, come responsabile delle verifiche, di rallentare in modo deciso le operazioni».

Alla fine l’accordo andrà in porto «con la promessa di future consulenze di consistente valore», scrive il pubblico ministero. La Cattolica è una vacca da mungere, che accetta di assumere - scrive il pm Ancilotto - anche «Mauro Giesi, amico sia di Cesare Rindone (giudice della commissione tributaria a Venezia) che ex collega e amico di Corrado, sia il Corrado medesimo una volta terminato l’accertamento e il periodo di permanenza nella Guardia di finanza». Il direttore Massimo Esposito è più difficile da accontentare: siccome i “figli so’ piezz’ ’e core”, si vuole anche che il lavoro non sia nella “lontana” Verona, ma sotto casa, a Venezia, Mestre e che sia uno stipendio fisso.

Il 4 novembre il “soliti” Borrelli ed Esposito fanno il punto della situazione.

Esposito: «Mio figlio è andato su internet, quelli sono agenti di assicurazione, cioè sono a provvigioni, vanno in giro a portare le assicurazioni. A Venezia non c’è, non c’è la Cattolica, sta a Mestre, tiene due stanze e vendono polizze di assicurazioni (....) non c’hanno uffici come amministrativi, dipendenti,....se mi trovi qualche altra cosa...»

Borrelli: «Quindi dev’essere di qua».

Esposito: «Mestre, Mestre, dintorni Dolo, dove però non si traffica. chill tenen e creatur (hanno le creature, traduce il finanziere). oddio se fosse uno stipendio buono, uno può pure a Verona, ma lui non è...non ha i titoli (.....) Ci sono le Generali a Mogliano: tieni nessuno alle Generali? (....) tieni nessuno al Comune a Venezia»?

Aggiornamento del 15 luglio

In merito a questa notizia l'avvocato Fabio Viglione, legale di Maria Teresa Ciampalini, ha inviato la seguente precisazione: «La dottoressa Maria Teresa Ciampalini non ha mai ricevuto alcun avviso di garanzia in relazione a questa inchiesta, e professa con forza l’estraneità ai fatti in oggetto. Inoltre, la medesima non è, e non è mai stata, sentimentalmente legata al dottor Elio Borrelli».

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