Inchiesta corruzione, un posto in cambio di favori: ecco le accuse a Schneider

Il titolare della Burimec avrebbe assunto il figlio del finanziere che lo controllava. Spunta una telefonata ambigua a Sonia Dall’Ava (che non è coinvolta)
Buttrio 16 Giugno 2017. Burimec. © Foto Petrussi
Buttrio 16 Giugno 2017. Burimec. © Foto Petrussi

UDINE. C’è anche un imprenditore friulano tra gli arrestati di venerdì mattina, 16 giugno, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione nata da una costola delle indagini sul “Mose”.



Si tratta del 67enne Pietro Schneider, amministratore unico e socio di maggioranza della Burimec srl, storica azienda di Buttrio attiva nel settore meccanico e delle pese industriali. Schneider è stato oggetto di una delle 16 misure cautelari, eseguita all’alba di ieri nella sua abitazione di Manzano. Attualmente si trova in carcere, dove oggi riceverà la visita del suo legale Stefano Buonocore.

«Il mio assistito - ha fatto sapere l’avvocato - è coinvolto in questa inchiesta in modo marginale ed in relazione ad un singolo e specifico episodio, sul quale forniremo tutti i chiarimenti necessari. Al momento non abbiamo avuto ancora la possibilità di accedere agli atti, riservandoci ogni decisione sul prosieguo in esito alla loro lettura».

Alberto Reda, comandante provincale della Guardia di Finanza


Schneider si sarebbe macchiato del reato di corruzione nei confronti di due ufficiali della guardia di finanza. Si tratta di Massimo Nicchiniello, tenente colonnello della Gdf che all’epoca dei fatti contestati - tra il 2015 e il 2016 - era in servizio al nucleo operativo della polizia tributaria di Udine, comandante del nucleo di tutela finanza pubblica nonché “titolare” della verifica fiscale a carico della Burimec spa.

Corruzione, raffica di arresti a Venezia. Coinvolto anche un friulano


La Procura contesta all’imprenditore di aver offerto a Nicchiniello il pagamento di alcune cene in ristoranti di lusso e di aver assunto alla Burimec il figlio di Vicenzo Corrado, l’altro ufficiale della Gdf coinvolto. A suffragare le accuse ci sono le intercettazioni, ambientali e telefoniche, a carico dei tre. Intercettazioni che consentono di ricostruire la vicenda.

Tutto nasce come detto da una a verifica in azienda effettuata - a fine 2015 - dal nucleo di polizia tributaria della Gdf di Udine. Schneider contatta e chiede un intervento a Corrado, ufficiale della guardia di finanzia di Venezia, che conosce per essere stato a suo tempo in forze al comando regionale della stessa Gdf a Trieste. Quest’ultimo a sua volta chiama in causa Nicchiniello, capo del reparto operante le verifica sulla società e lo invita a tenere un comportamento benevolo. Sempre in base alle intercettazioni si apprende che l’attività illecita condotta da Corrado in Fvg non si ferma a Buttrio. L’ordinanza riferisce infatti di telefonata di rassicurazione, sulla positiva conclusione della verifica nei confronti della Simeon Srl entro il mese di marzo 2016, fatta da Corrado a Sonia Dall’Ava, imprenditrice originaria di San Daniele che precisiamo non risulta indagata.

La notizia della custodia cautelare in carcere ha destato grande sconcerto ieri in Friuli. Specie nel mondo economico dove il nome Burimec evoca soprattutto lavoro. Da quasi mezzo secolo. Fondata dal padre dell’attuale titolare, l’impresa era nata sotto l’ala di Luigi Danieli che aveva contribuito ad avviarla. Dopo qualche anno, Burimec era andata per conto suo. Con fortuna: oggi occupa una cinquantina di persone e produce un volume d’affari di 6 milioni di euro. Il titolare è descritto come il tipico imprenditore friulano. «Tutto lavoro» dice a Buttrio chi lo conosce strabuzzando gli occhi nell’apprendere della custodia in carcere.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto