Inchiesta mense, interrogato il fondatore della Ep: noi quelli perseguitati. Capelli e insetti nei piatti a tavola, non prima

I dipendenti della “Ep spa” avevano la netta sensazione di essere diventati il bersaglio di una sistematica opera di demolizione da parte della Commissione mensa: "Ha documentato la presenza di insetti e capelli nei piatti soltanto dopo che i pasti erano stati portati a tavola"
Luana De Francisco

UDINE. Si sentivano perseguitati. I dipendenti della “Ep spa” avevano la netta sensazione di essere diventati il bersaglio di una sistematica opera di demolizione da parte della Commissione mensa formata dai genitori dei bambini delle scuole cui fornivano il servizio di ristorazione. E allora lui ha deciso di affrontare di petto la situazione e cercare una soluzione. Per capire chi manovrasse quella protesta e difendere così l’azienda che aveva fondato e di cui, da tempo, aveva passato le redini ai figli.

Pasquale Esposito, 73 anni, di Napoli, agli arresti domiciliari da giovedì scorso, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Udine su una presunta frode nelle pubbliche forniture per la refezione scolastica in città e nei Comuni di Varmo, Trivignano Udinese, Tarcento, Arta Terme, Rive d’Arcano, Vito d’Asio (nel Pordenonese), oltre che a Cimadolmo, San Polo di Piave e Motta di Livenza, nel Trevigiano, ha parlato per un’ora nell’interrogatorio di garanzia tenuto, in collegamento Teams dalla caserma dei carabinieri di Mergellina, a Napoli, davanti al gip del tribunale di Udine, Matteo Carlisi.


«Ero convinto che ci fosse un’azione diffamatoria contro la società e ho ritenuto mio dovere intervenire, presentando un esposto all’autorità giudiziaria», ha detto, rispondendo alle domande del giudice e a quelle del pm Elisa Calligaris, titolare del fascicolo che raccoglie gli atti d’indagine dei carabinieri del Nas di Udine. Difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto, di Santa Maria Capua Vetere, e Gabriele Di Maio, di Torre Annunziata, Esposito ha spiegato per prima cosa di non avere più alcun ruolo nell’azienda.

«Ho dismesso da tempo la carica di amministratore e da quel momento non ho mai dato indicazione sulla sua gestione», ha detto, escludendo i poteri del “dominus”, cui «tutti i dipendenti fanno riferimento» e «principale fautore della politica del “risparmio” a ogni costo», contestatigli nell’ordinanza di applicazione della custodia cautelare.

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«I dipendenti si lamentavano per l’atteggiamento persecutorio cui giornalmente sentivano di essere sottoposti con le segnalazioni sui pasti serviti – ha continuato Esposito –. È a quel punto che mi sono rivolto anche ad alcuni carabinieri che conoscevo: volevo capire chi avesse architettato e stesse manovrando quell’azione denigratoria, per tutelare l’azienda che avevo creato e poi lasciato ai miei figli. In tanti anni che lavoriamo in tutta Italia, non ci era mai successo niente di simile». Niente più di questo, come sottolinea l’avvocato Giaquinto. «Non c’è alcuna conversazione economica, da cui si evinca altri suoi interventi. E anche con il Comune – aggiunge – l’unico contatto è avvenuto in occasione della nostra reazione».

PER APPROFONDIRE

Prendere le distanze dalla gestione della Ep, comunque, non significa affatto scaricarla. «Sono certo che dimostrerà di avere sempre operato in maniera corretta – ha detto Esposito al gip –. Anche perché non può valere la sola dichiarazione della Commissione mensa, che parla e documenta la presenza di insetti e capelli nei piatti soltanto dopo che i pasti erano stati portati a tavola». L’esposto serviva proprio a questo. «Normalmente, le contestazioni si fanno con un contraddittorio», ricorda il difensore, che ha già presentato istanza al tribunale del riesame di Trieste.

Molto più rapido l’altro interrogatorio di ieri. Agostino Cascone, 33 anni, responsabile mensa di Ep, a sua volta ai domiciliari e collegato da Napoli, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il difensore, Massimiliano Sartore, di Torre Annunziata, ha preferito attendere l’esito del riesame. Quanto a Ketty Bandiera, 45 anni, di Oderzo, addetta alla gestione mense di Ep, interrogata lunedì a Treviso con rogatoria, il gip deciderà in questi giorni sulla richiesta di attenuazione della misura dei domiciliari avanzata dall’avvocato Barnaba Battistella.

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