Inchiesta su tangenti e fisco, Schneider non parla e lascia la guida della Burimec

L’imprenditore finito in cella davanti al Gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto ha deciso di fare un passo indietro in azienda

UDINE. Ha scelto di fare un passo indietro in azienda per consentire alla Burimec di proseguire serenamente l’attività e a se stesso di concentrarsi sulla difesa.

Così l’imprenditore friulano Pietro Schneider, indagato nell’ambito dell’inchiesta per corruzione nata da una “costola” del “Mose” di Venezia, si è dimesso da amministratore unico della storica impresa di Buttrio votata alla produzione di pese industriali.

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Interporess/Mazzega Venezia, 16.06.2017.-Procura della repubblica, 16 arresti per corruzione.- nella foto da sx il Gen. Antonino Maggiore, il Proc. Bruno Cherchi, il Col Campana ed il Gen. Reda

Cinquant’anni di storia sulle spalle, altrettanti dipendenti a libro paga e un giro d’affari da 6 milioni di euro. Quello di lunedì 20 giugno è stato per Schneider il giorno dell’interrogatorio davanti al Gip di Piacenza, che lo ha sentito per regatoria.

«Abbiamo deciso di avvalerci della facoltà di non rispondere» ha fatto sapere l’avvocato difensore Stefano Buonocore -, «limitandoci per ora al deposito delle dimissioni dalla carica di amministratore, già accettate dall’assemblea dei soci che ha provveduto a sostituirlo. La scelta del mio assistito è dovuta alla volontà di consentire alla Burimec di proseguire serenamente nella sua attività e a lui di concentrarsi sulla difesa».

67 anni, residente a Manzano, Schneider è indagato per corruzione. Avrebbe offerto cene ai due ufficiali della Guardia di finanza Massimo Nicchiniello e Vincenzo Corrado (a loro volta colpiti dalla misura di custodia) in cambio di un alleggerimento della sanzione per evasione fiscale. Cene e un posto di lavoro per il figlio di Corrado, che è stato assunto alla Burimec di Buttrio.

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Buttrio 16 Giugno 2017. Burimec. © Foto Petrussi


«Schneider sta bene, le condizioni della casa circondariale di Piacenza sono buone e, compatibilmente con la condizione in cui versa, è sereno. Nei prossimi giorni» ha aggiunto Buonocore, «presenteremo la richiesta di riesame dell'ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere».

Diversa la giornata trascorsa dall’ufficiale Nicchiniello, titolare all’epoca dei fatti contestati (fine 2015, inizio 2016) della verifica fiscale sulla Burimec che avrebbe condotto con un occhio di riguardo. Nicchiniello al Gip ha parlato.

La conferma è arrivata dalla sorella Claudia: «Dopo aver trascorso questi giorni in carcere a studiare la sentenza mio fratello ha deciso di rispondere alle domande».
 

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