Incidente del brucomela, il titolare della giostra: "Ditemi la verità"

CASARSA. Sono passati tre mesi e ancora non conosce la verità. Sa solo che la mattina prima quei bulloni c’erano e che quel giorno, invece, non c’erano più.
Poi il brucomela che parte, i bambini sulla giostra, la rotaia che cede, le sirene dei mezzi di soccorso.
Per Marco Orlando, il responsabile dell’attrazione installata alla Sagra del Vino di Casarsa, il tempo sembra essersi fermato a quel 22 aprile.
«Ho ricominciato a lavorare, sto portando in giro la giostra ma periodicamente torna fuori questa storia, anche sui giornali, e mi tornano in mente quelle immagini.
Per fortuna – racconta al Messaggero Veneto – nessun bambino è rimasto ferito in modo grave. Solo uno dei piccoli ha riportato lesioni giudicate guaribili in due giorni, per gli altri solo graffi. Alla fine conta questo, è andata bene così».
La verità, però, su cosa sia accaduto quella sera Orlando ancora non la conosce. Anche se la lettura dell’esito della perizia stilata dal consulente tecnico non lascia spazio a tutti: quei bulloni prima c’erano e poi no. Da soli non possono essere spariti, quindi qualcuno deve averli tolti.
«Quello che mi preme maggiormente sapere – ha dichiarato – è sapere se ce l’avevano con me, con la sagra o se è stato un attentato vero e proprio. È fondamentale per me conoscere la verità, anche per sapere come comportarmi e cosa dovermi aspettare in futuro».
Intanto a Pordenone, a palazzo di giustizia, l’indagine avviata dal sostituto procuratore della Repubblica Maria Grazia Zaina prosegue, con un fascicolo che resta aperto a carico di ignoti.
In base agli atti in possesso della magistratura Orlando è considerato a tutti gli effetti parte lesa, obiettivo dell’azione criminale di chi quei bulloni ha svitato, mettendo a rischio l’incolumità dei bambini che sul brocomela, quella sera solo saliti.
Otto giorni dopo il deragliamento della giostra, era stato proprio Orlando a presentare un esposto per risalire ai responsabili di quella che lui sin dal primo momento ha ritenuto una manomissione e proprio a seguito di tale atto la procura aveva integrato il proprio facicolo d’indagine.
«Il titolare dell'attrazione Marco Orlando, dopo il sequestro della giostra, è rimasto senza lavoro», aveva spiegato all’epoca il suo avvocato, Luca Pavanetto, di San Donà di Piave. Ora la sua vita professionale è ricominciata, ma i dubbi sono rimasti, in una storia che sta ancora aspettando di vivere il suo ultimo capitolo.
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