Incompatibilità: salvato Marsilio, ora la Regione cambia la legge

Iacop convoca la giunta per rivedere le norme. Riccardi (Fi) attacca: corrono ai ripari tardi
Franco Iacop (Assessore regionale per le relazioni internazionali, comunitarie e autonomie locali) e Enzo Marsilio (Assessore regionale alle risorse agricole, naturali, forestali e montagna) durante il sopralluogo al borgo di Ludaria di Rigolato. (Rigolato 10/08/06)
Franco Iacop (Assessore regionale per le relazioni internazionali, comunitarie e autonomie locali) e Enzo Marsilio (Assessore regionale alle risorse agricole, naturali, forestali e montagna) durante il sopralluogo al borgo di Ludaria di Rigolato. (Rigolato 10/08/06)

UDINE. Il capogruppo di Forza Italia, Riccardo Riccardi, si affida al sarcasmo: «L’importante è arrivare. Oddio, sarebbe stato meglio arrivare prima». Per il primo commento aveva scelto la platea di Twitter: «Che tempismo. Come mai il punto 2 in una convocazione fatta soltanto adesso? Cosa preoccupa il manovratore»?, aveva scritto.

L’arcano è presto spiegato. Riccardi era appena venuto a conoscenza del fatto che il presidente del consiglio aveva informato di avere convocato la giunta delle elezioni per mercoledì 24 giugno. Ed ecco il punto due che lo aveva fatto sobbalzare: “Esame della normativa e della prassi in materia di cause di ineleggibilità e incompatibilità”.

Come dire, insomma, che appena archiviati i casi di Marsilio e Agnola,“rei” di non essersi dimessi - come prescrive la legge - da presidenti di due cooperative, la Regione torna sui suoi passi e ammette in maniera evidente che qualcosa nella vicenda era passato in cavalleria. Marsilio e Agnola sono stati “salvati” e perdonati, ma gli uffici che hanno inoltrato alla giunta delle elezioni la loro relazione si sono permessi di suggerire che sarebbe il caso di mettere mano alla normativa per evitare altri pasticci.

Detto e fatto. Iacop è corso immediatamente ai ripari convocando il vertice. «Ho recepito il suggerimento degli uffici - commenta il presidente del Consiglio - per prendere subito in esame il regolamento che disciplina l’attività della giunta per le elezioni e di raccordarlo con le nuove norme».

Detto in modo più diretto: «Dopo il casino che è successo dobbiamo gestire in maniera più opportuna gli strumenti di novità in fatto di trasparenza e andare, dunque, oltre la mera autocertificazione richiesta ai consiglieri in caso di presunta incompatibilità.

Nel contempo dobbiamo sottolineare anche che la giunta delle elezioni non è composta da ispettori o agenti di polizia. Lo ripeto, oggi ci sono nuove regole sulla trasparenza che possono venirci in aiuto per modificare e rendere più efficace il regolamento».

Letto in controluce è accaduto che gli uffici, che pure hanno riferito che la presenta incompatibilità di Agnola e Marsilio era stata rimossa e che dunque non serviva che i due casi fossero esaminati dall’assemblea regionale, hanno anche fatto una sorta di mea culpa individuando evidenti crepe nel sistema dell’autocertificazione degli eletti.

Riccardi mette nell’angolo l’ironia iniziale. E commenta così: «Questa vicenda dimostra purtroppo che se qualcuno urla e continuerà a urlare evidentemente ha ragione. Ma c’è da aggiungere che forse non abbiamo urlato abbastanza per continuare a liquidare con un voto politicamente vergognoso la presunta assenza di incompatibilità».

Poi, l’ammonimento: «Sia chiaro che per me ma anche per molti colleghi il discorso rimane aperto. Questa storia non finisce qui e non si aggiusta di certo apportando alcune modifiche al regolamento, decisone che palesa una sorta di autoaccusa».

Riccardi esclude che le sue parole vogliano sembrare una minaccia. «Il mio unico intento – precisa - è dire a quelli che hanno certificato all’interno della giunta delle elezioni che i casi di incompatibilità non sussistevano più per effetto delle dimissioni di entrambi dalla presidenza delle coop che hanno perso una grande occasione per dimostrare che la politica è fatta da gente che non può ridursi ad assistere quelli che vivono di antipolitca».

Riccardi insiste sul fatto che «la vicenda non può finire qui» non fosse altro perché nella prima seduta del consiglio regionale sarà discussa la mozione presentata dal gruppo degli azzurri.

Una mozione che chiede alla Giunta regionale di rendere noti tutti gli incarichi dei consiglieri in società ed enti e i contributi regionali ricevuti dagli stessi fino a tre anni prima della loro elezione e fino al quarto grado di parentela. «Su una questione come questa - insiste Riccardi – non ci può essere alcuna incertezza».

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