Indagine per corruzione elettorale a Udine, il sindaco De Toni: «Ho fiducia nei magistrati»
La notizia dell’apertura di un fascicolo a suo carico l’ha colto di sorpresa, ma soltanto per le modalità con le quali ne è venuto a conoscenza. Il vice Venanzi (Pd) contrattacca: «Ricorrono ai tribunali perché non hanno elaborato la sconfitta»
La notizia dell’apertura di un’indagine a suo carico l’ha colto di sorpresa, ma soltanto per le modalità con le quali ne è venuto a conoscenza, ossia attraverso i media, perché fino a venerdì 10 gennaio il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, non aveva ricevuto alcun avviso di garanzia e lo stesso vale per l’assessore Ivano Marchiol che, nelle ipotesi dell’esposto presentato dall’opposizione, avrebbero sottoscritto un accordo di scambio elettorale.
Ipotesi che per il primo cittadino e per l’intera maggioranza di centrosinistra sono del tutto infondate. Tanto che De Toni ha assicurato di essere «estremamente tranquillo» e di avere «fiducia nella giustizia».
Secondo il vicesindaco del Pd, Alessandro Venanzi, «quando manca la politica si cerca di passare nelle aule dei tribunali, forse perché il percorso di elaborazione del lutto dopo la sconfitta alle urne non è ancora stato completato. Per quanto ci riguarda - assicura - siamo tutti molti distesi e continuiamo a lavorare per la città».
A spiegare i motivi della sua tranquillità è lo stesso sindaco: «Riguardo alle notizie apparse sulla stampa posso dichiararmi estremamente tranquillo. L’accordo con Marchiol, di natura evidentemente politica, è stato pubblico e alla luce del sole e quindi ritengo non abbia alcuna rilevanza penale. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e ce l’ho anche oggi. L’iscrizione nel registro degli indagati inoltre è un atto dovuto, che fa seguito alla presentazione dell’esposto da parte dell’opposizione diversi mesi fa».
Un atto dovuto quindi: «Il fatto che la Procura abbia verificato il contenuto dello stesso - precisa De Toni - significa che sta facendo semplicemente il suo lavoro. Attendo quindi con serenità la conclusione delle indagini, assieme al mio legale Luca Ponti, che ho comunque interessato della vicenda a mia piena tutela».
Dello stesso avviso l’avvocato ed esponente di Azione, Pierenrico Scalettaris, che spiega: «Qualunque esposto comporta l’iscrizione nel registro degli indagati del destinatario di quell’esposto. Stiamo perciò parlando di una non notizia».
Ad alimentare la serenità del centrosinistra c’è poi il lungo elenco di precedenti di accordi elettorali fatti alla luce del sole senza apparentamento. «Non sono un esperto giurista delle norme elettorali - premette il capogruppo della lista De Toni, Lorenzo Croattini - ma so che io sono stato indicato dal candidato sindaco Cecotti quale possibile assessore all’Ambiente indicato dai Verdi Colomba con un accordo politico prima delle elezioni senza apparentamento fatto alla luce del sole. La Lega appoggiava il sindaco Cecotti allora, forse il livore per aver perso le elezioni date per vinte con Fontanini ha fatto cambiare idea alla Lega su tale meccanismo».
Anche il capogruppo di Avs, Andrea Di Lenardo, ha criticato l’opposizione: «Dal punto di vista politico penso che questa denuncia della destra denoti una certa mancanza di argomenti e una mancata elaborazione della sconfitta elettorale. La politica si fa in consiglio comunale, negli spazi per il dibattito democratico, anche acceso, non nelle aule di tribunale. Non entro nel merito giudiziario delle questione, non essendo un avvocato o un giudice. I magistrati sapranno faranno il loro lavoro e le indagini avranno il loro corso. Va però precisato che si tratta di indagini, nemmeno di un rinvio a giudizio, ossia lo strumento che ha la magistratura per verificare se le accuse della minoranza abbiano o meno un fondamento».
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