Indice di contagiosità Covid-19: tra serrata e limitazioni soft, quali sono gli indacatori critici per il Fvg

Un Rt pari a 1,5 segna il confine tra le aree in difficoltà e quelle non in emergenza. Da noi si è toccato proprio quel limite

UDINE. Di poco, ma anche il Friuli Venezia Giulia rientra fra le regioni a rischio. Se non altro in base a uno dei parametri citati dal premier Giuseppe Conte, ossia quello dell’indice di contagio Rt.

Il presidente del Consiglio ha infatti spiegato che nel nuovo Dpcm che sarà emanato entro mercoledì 4 ci sarà un nuovo sistema di regole che consentirà di classificare le regioni italiane in tre diversi scenari di rischio, con misure più restrittive a seconda della gravità della situazione.

Per capire in quale scenario si trovi una regione bisognerà considerare 21 criteri che poi definiranno il coefficiente di rischio di una regione.

Non tutti questi criteri sono noti. Dovrebbero essere considerati però «il numero dei casi sintomatici, i ricoveri, i casi nelle Rsa, la percentuale di tamponi positivi, il tempo medio tra sintomi e diagonis, il numero di nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità».

L’INDICE DI CONTAGIO RT

A pesare su queste valutazioni ci sarà – come si diceva – anche l’indice Rt (quello che stabilisce quante persone vengono contagiate in media in un territorio da una persona positiva al virus): in Friuli Venezia Giulia questo valore è parti a 1,5 (un contagiato ne infetta in media 1,5 o, se preferiamo, due contagiati ne infettano tre).

Secondo le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità, la soglia che segna il confine tra le aree a rischio e quelle che ancora non si trovano in questa emergenza è un indice Rt di 1,5.

Proprio il valore raggiunto in Friuli Venezia Giulia. In regione, però, il valore è condizionato dai numeri di Trieste, con un preoccupante exploit di contagi nelle case di riposo.

Dopo i dati di lunedì 2 novembre, ecco il quadro aggiornato: nella provincia di Trieste (dall’inizio della pandemia) risultano 15,93 casi ogni mille abitanti; molto meno a Gorizia, dove il rapporto è di 8,46 casi ogni mille abitanti; in quella di Udine quasi la metà di Trieste: 8,07; a Pordenone 6,63. In ogni caso, i numeri vengono poi valutati su base regionale e dunque l’intero Fvg risulta in area critica.

Sempre secondo l’indice Rt (che viene aggiornato ogni venerdì dall’Istituto superiore di sanità) le tredici regioni o province autonome a rischio o a rischio moderato sono il Piemonte (con Rt pari a 2.16), la Lombardia (2.09), la provincia autonoma di Bolzano (1.96), la Valle d’Aosta (1.89, il Molise (1.86), l’Umbria (1.67), la Calabria (1.66), la Puglia (1.65), l’Emilia Romagna (1.63), la Liguria (1.54), il Lazio (1.51), la provincia autonoma di Trento (1.5), il Friuli Venezia Giulia (1.5). Più bassi gli indici delle altre regioni, per ora al di fuori delle zone a rischio: la Campania (1.49), le Marche (1.48), il Veneto (1.46), la Sicilia (1.42), la Toscana (1.41), l’Abruzzo (1.4), la Sardegna (1.12), la Basilicata (1.04).

I TAMPONI POSITIVI

Un altro parametro che il presidente Conte ha indicato come significativo per valutare la fascia nella quale inserire una regione è quello dei tamponi positivi. In Friuli Venezia Giulia il valore è attualmente dell’8,53% (quasi nove positivi su cento tamponi eseguiti), non particolarmente elevato.

Tutti i nostri vicini stanno peggio: nella provincia autonoma di Bolzano del 19,2%; in Veneto il tasso è del 19,7%; nella provincia autonoma di Trento è del 20%. —

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