Aumentano gli infortuni e le malattie sul lavoro: Udine è la città peggiore

Sui dati regionali pesa negativamente il trend registrato nel capoluogo friulano. Al centro la prevenzione: l’Anmil da oggi torna nelle scuole con trenta incontri

Chiara Dalmasso

Morire di lavoro: inaccettabile, a maggior ragione oggi che la tecnologia corre veloce e ci assiste in tutto. Eppure, capita ancora. E Udine, tra le città del Friuli Venezia Giulia, indossa la maglia nera tanto per gli infortuni sul lavoro non mortali (aumentati del 3,9% nel 2024 rispetto al 2023) quanto per quelli mortali (che nel 2024 sono stati 12, ben 4 in più rispetto all’anno precedente). Non va meglio la situazione dal punto di vista delle malattie professionali: nel 2024 ne sono state denunciate il 9,5% in più rispetto al 2023. In regione, fa peggio solo Pordenone, dove la variazione ha toccato il picco del 9,9%.

I numeri

I dati regionali, elaborati dall’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi sul lavoro (Anmil) su fonte Inail, segnano un aumento dello 0,5% degli infortuni denunciati, percentuale di cui il capoluogo friulano è il principale responsabile. «Udine è la città dove questa crescita è stata più significativa, forse perché è al centro dell’area più densamente industrializzata e popolata, con tante piccole e medie imprese» dichiara Fernando Della Ricca, presidente di Anmil Fvg e Udine, ponendo l’accento sui numeri che riguardano i ragazzi: a livello nazionale, infatti, l’Inail ha registrato 77.883 denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado, pari al 10,9% in più, con esito mortale in 13 casi.

«Possiamo mettere a disposizione milioni di euro, ma non saranno sufficienti se non si ragiona in termini di prevenzione e di cultura della sicurezza» prosegue Della Ricca. «Per abbattere il muro (e le percentuali) le aziende devono capire che gli investimenti che si fanno per la cultura della sicurezza sono un valore aggiunto e non un costo».

I corsi nelle scuole

Da oggi l’Anmil, per il secondo anno consecutivo, torna nelle scuole, con l’obiettivo di fare formazione in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro. « Tre anni fa moriva Lorenzo P arelli, vittima di un incidente in un’azienda nell’ultimo giorno di alternanza scuola lavoro – ricorda Della Ricca – e senza l’impegno della sua famiglia, senza la Carta di Lorenzo, tutto questo non sarebbe possibile». “A scuola di sicurezza” riparte oggi dal liceo artistico Nordio di Trieste e attraverserà tutto il Friuli, con una trentina di incontri che toccheranno alcuni tra i principali istituti scolastici della regione: il Marinoni, il Volta e il Milani di Udine, l’Einaudi Marconi di Gradisca e lo Zanussi di Pordenone. «Ci rivolgiamo in particolare alle classi terze, quelle che si apprestano a intraprendere le prime esperienze nelle aziende con i percorsi di Pcto , l’ex alternanza scuola lavoro» precisa Della Ricca.

Il successo del progetto

In attesa che la sicurezza sul lavoro diventi materia d’insegnamento, «l’iniziativa è del tutto autofinanziata – sottolinea altresì il presidente Anmil –, e sussiste grazie a un accordo di partenariato che coinvolge la Regione, l’Inail, le associazioni degli industriali Alto Adriatico e udinese, l’Ufficio scolastico regionale e il centro di formazione Lef, che coadiuva i nostri testimonial nelle lezioni». Al fine di far comprendere ai ragazzi l’importanza del rispetto delle norme di sicurezza, gli incontri partono sempre da una descrizione accurata dei pericoli che si possono correre all’interno della scuola, e passano poi dal racconto delle esperienze personali dei testimonial. «Cerchiamo di sensibilizzare gli studenti ad usare la testa, ad indossare sempre i dispositivi di sicurezza, anche se sono “scomodi”, e anche ad imparare a dire di no, se necessario, prima che diventi troppo tardi». 

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