Ingegnere tecnologico lavora alla Nasa e inventa tessuto bio per la danza

UDINE. È partita da Udine con la laurea di ingegnere delle tecnologie industriali in tasca. In Francia ha trovato lavoro subito dopo un master in ingegneria tessile negli Usa e un master in General Management a Parigi. Lucia Della Putta, classe 1967, si è fatta un baffo dei pregiudizi sulle donne ingegneri in aziende con il 90% di personale maschile.
D’altra parte, dopo una tesi di laurea per la Nasa, sul prototipo di un tessuto elastico per fermare gli aerei in fase di atterraggio sulle portaerei, non poteva andare diversamente. È quello che è accaduto dopo che è singolare: mollare tutto per fare tessuti in cotone biologico certificato adatti a chi pratica danza a livello professionale e al fitness.
«Ho molte amiche ballerine (la Della Putta ha fatto danza alla scuola del Piccolo Teatro città di Udine). Si lamentavano di dover lavorare moltissime ore con indosso acrilici, mortali per la traspirazione e per tenere il corpo al caldo. Io stessa amo il naturale e lo prediligo, ho la pelle delicata, che fiuta il poliestere. Così è nato “Dancefiber”».
“Filiera naturale al 100%, messa a punto da una ballerina ingegnere tessile”, così è stato presentata in Francia lo scorso inverno quando Lucia ha aperto un “temporay store” a Montmartre per presentare la sua prima collezione composta da scaldacuore, felpe, calzamaglie, body, pantaloni da Jogging in cotone e lana extra fine. «Un successo che mi ha sorpresa e spronata, commenta l’ingegnere.
Ho lasciato un posto da direttore industriale, in una compagnia americana con sede in Francia, dove vivo, per iniziare un’avventura totalmente nuova e piena di incertezze». Sarà per questo che la Della Putta ha affidato proprio agli amici udinesi, conosciuti da ragazzina, e ora professionisti, la parte relativa alla comunicazione del suo progetto: «Le modelle sono le mie nipoti e le amiche di Udine, ballerine diventate nel tempo architetti e insegnanti, con le quali non ho mai interrotto i contatti e il fotografo è l’udinese Alessandro Rizzi.
Volevo vicino a me un gruppo di lavoro che mi fosse familiare. Gli amici parigini mi hanno realizzato il video di presentazione. Tutti mi hanno aiutato e sostenuto. E il passaparola ha fatto molto. I tessuti, se li tocchi, ti conquistano. Ora vorrei fare a Udine una presentazione della collezione. Trovare uno spazio “a tempo”, come in Francia è un’impresa. Ma dei negozianti mi hanno dato disponibilità a ospitarmi. Ci terrei. La mia famiglia vive a Udine e io torno tutte le volte che posso, vacanze comprese.
Tutta la produzione - conclude - è realizzata, da mani di artigiani esperti, in piccoli laboratori italiani e francesi. Conosco personalmente chi realizza le mie creazioni. Con i tessuti naturali non si usa la chimica, alcuni modelli sono stati tinti a mano con le spezie.
Quando ho iniziato a pensare “Dancefiber” avevo alle spalle anni di visite in laboratori industriali, dove si realizzano i tessuti normalmente in commercio. Ho tenuto conto di non sfruttare le risorse del pianeta in modo insensato, di non inquinare, non sfruttare manodopera a bassissimo costo, di solito bambini».
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