Ingiusta detenzione per 9 giorni, risarcito
UDINE. L’ingiusta detenzione di nove giorni nella casa circondariale di Pordenone gli sarà risarcita con un indennizzo di 2 mila 250 euro. Perchè Duran Leonardo De Monte Castillo, 37 anni, originario della Colombia e residente a Udine, una volta rimesso in libertà, fu anche riconosciuto innocente dal giudice che lo processò con rito abbreviato e assolse con la formula “perchè il fatto non sussiste”.
Chiusa nel dicembre del 2010 con sentenza del gup di Trieste (diventata irrevocabile cinque mesi dopo), la vicenda giudiziaria di De Monte Castillo era stata riaperta di lì a poco dal suo difensore, avvocato Massimo Borgobello, che aveva promosso istanza di riparazione di ingiusta detenzione davanti alla Corte d’appello del capoluogo giuliano. L’operazione che aveva messo nei guai il colombiano era stata denominata “Tram 2” ed era culminata nell’arresto di 22 persone, tutte accusate di avere concorso a fornire cocaina ai “festini” a base di droga e sesso organizzati per imprenditori e professionisti della zona. Il blitz dei carabinieri di Udine, sotto il coordinamento della Direzione centrale servizi antidroga di Roma, era avvenuto il 27 gennaio 2010.
Da quel giorno e fino al 4 febbraio, De Monte era rimasto in cella. Poi, a seguito dell’interrogatorio di garanzia, il gip ne aveva disposto la scarcerazione e sostituito la cutodia cautelare con la misura dell’obbligo di presentazione alla Pg. Infine, a processo concluso e assoluzione definitiva, il suo difensore aveva impugnato entrambi i provvedimenti. Il caso è stato vagliato dalla II sezione penale della Corte d’appello di Trieste, presieduta da Piervalerio Reinotti. L’altro giorno il verdetto. «Ritiene la Corte - si legge nell’ordinanza dei giudici triestini -, alla luce della condotta processuale esaminata, di escludere un concorso di colpa del richiedente, il quale ha immediatamente riferito all’autorità giudiziaria che la sostanza stupefacente sequestrata era destinata all’uso esclusivamente personale, tesi peraltro non incompatibile con il quantitativo rinvenuto in suo possesso».
Abbastanza soddisfatto il difensore, che ha comunque giudicato «solo parzialmente sanata l’ingiustizia subita da De Monte. Da un lato - spiega l’avvocato Borgobello -, perchè la somma che gli è stata riconosciuta sarà erogata in tempi molto lunghi, dall’altro perchè, di fatto, in questi casi lo Stato non versa mai il massimo previsto per legge a titolo di indennizzo, cercando di riversare su chi è stato detenuto ingiustamente le proprie colpevoli disfunzioni».
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