Innovativo intervento riuscito in Cardiologia

Pordenone, salvato un paziente con la chiusura del forame ovale pervio. Stessa patologia del calciatore Cassano, che fece parlare l’Italia

PORDENONE. Anche a Pordenone si tratta il forame ovale pervio, malformazione cardiaca spesso silenziosa che riguarda parte della popolazione. In Italia fece scalpore il caso del calciatore Antonio Cassano, operato e salvato nel 2011 quando era un giocatore del Milan.

Il 23 maggio è stata eseguita la prima procedura di chiusura dal direttore della struttura di cardiologia, Guglielmo Bernardi, nella struttura di Emodinamica diretto da Matteo Cassin. Il paziente è stato dimesso il giorno successivo e sta bene.

Il forame ovale pervio è un foro che collega i due atri del cuore: normale nel periodo fetale, non sempre si chiude al momento della nascita. Si stima riguardi il 20-30 per cento della popolazione e di solito viene scoperta per caso.

«Può essere tuttavia associato – danno sapere dalla cardiologia – ad alcune forme di ictus cerebrale (ictus criptogenetico). In questo caso il rischio di recidiva è più elevato e può esserne indicata la chiusura.

Dal momento però che il rapporto causa-effetto non è sempre chiaro, prima di proporre l’intervento è necessario prendere in considerazione le altre e più comuni cause dimostrabili. Questo richiede la costituzione di un gruppo di esperti (il “Pfo team”) che esamini la situazione caso per caso in modo da porre un’indicazione corretta”.

L’ intervento di chiusura forame ovale pervio rientra tra quelli mini-invasivi e può essere eseguito in day-hospital. Non è necessaria l’anestesia generale ma solo una blanda sedazione. L’intervento è eseguito per via pericutanea, mediante la puntura di una vena femorale all’inguine.

Dalla qui si raggiunge l’atrio destro, si attraversa il “foro” e si posiziona una sonda (catetere) di dimensioni adeguate. Tramite questo catetere, si procede all’inserimento di una protesi fatta di un materiale estremamente duttile che ne rende possibile il passaggio. Raggiunta la posizione ottimale, la protesi si riespande e determina la chiusura del forame ovale pervio.

E’ necessario uno studio ecocardiografico preliminare molto approfondito, sia per via trans-toracica (quella abituale) sia trans-esofagea, per studiare i dettagli anatomici del forame ovale pervio e delle strutture adiacenti.

Non è l’unica novità del reparto pordenonese perché nei mesi scorsi sono stati trattati i primi casi di angioplastica coronarica con la tecnologia laser e i primi due impianti di un sistema in grado di offrire supporto temporaneo al cuore in condizioni critiche.

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