Inps, boom di contenziosi a Pordenone
PORDENONE. Indebiti pensionistici e assenza alle visite mediche di controllo sono le tipologie di ricorso più frequenti che lavoratori e pensionati avviano contro l’Inps. E di questo ha discusso il Comitato provinciale dell’Inps di Pordenone, l’organismo collegiale provinciale, che ha fatto il punto della situazione.
«Sono sostanzialmente due le casistiche più frequenti - spiegano il direttore dell’Inps Massimo Formichella e la presidente del Comitato Carla Franza -: la prima riguarda gli indebiti pensionistici, la seconda l’assenza alle visite mediche di controllo dovute ad errori nell’indicazione del recapito. E’ stata rilevata la presenza di un gran numero di ricorsi in materia di indebiti su pensione e dall’esame del Comitato è emersa una serie di problematiche la cui soluzione è demandata all’Inps nazionale, invitata ad avviare le iniziative necessarie. Fra queste la necessità di una comunicazione all’interessato più puntuale che consenta allo stesso di entrare in possesso di tutti gli elementi conoscitivi utili a valutare la propria situazione. A questo si aggiunge la tempestività nell’invio delle richieste di recupero che in molti casi avviene a distanza di molti anni».
In merito alle assenze alle visite mediche di controllo «la certificazione medica risulta molto spesso viziata da imprecisioni ed errori che danneggiano l’interessato che, nel caso di irreperibilità nella propria abitazione, viene considerato assente ingiustificato con conseguente perdita dell’indennità».
Il direttore dell’Inps pordenonese, Formichella, raccogliendo le preoccupazioni dei rappresentanti sindacali, ha comunicato di essersi attivato presso i medici di medicina generale inviando una comunicazione da affiggere in tutti gli studi medici. Si tratta di un elenco che richiama i doveri di un lavoratore dipendente in caso di malattia.
Tra questi l’obbligo di comunicare al datore di lavoro lo stato di malattia; la richiesta al medico (sia di fiducia che di guardia medica) che rilascia il certificato, una copia del documento trasmesso per via telematica. Il lavoratore è tenuto a verificare la correttezza dei dati anagrafici e dell’indirizzo e anche a fornire al medico certificatore elementi aggiuntivi quali il numero della scala o l’interno.
Ovviamente all’esterno della propria abitazione o caseggiato dev’essere presente sul citofono, sulla cassetta delle lettere, sulla pulsantiera dei campanelli il proprio cognome: l’impossibilità di raggiungere il domicilio da parte del medico che deve accertare la malattia ricade, infatti, sul lavoratore. E’ obbligatorio anche essere in casa nelle ore di reperibilità, salvo giustificazioni pur sempre possibili ma documentabili.
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