Inquinamento, la Regione rischia una multa di 66 milioni

I dati della Goletta verde sullo stato delle acque: il Friuli Venezia Giulia in coda in Italia per la depurazione. La foce del Tagliamento è inquinata

UDINE. Il colore inganna: l’acqua, apparentemente limpida, della foce del Tagliamento, è invece inquinata. Così come lo è, in percentuale maggiore, quella di Muggia, all’altezza dello sbocco del canale di via Battisti. Dei 111 chilometri di costa del Friuli Venezia Giulia, due dunque i punti critici rilevati dalla Goletta Verde di Legambiente, a causa dei pessimi risultati che hanno fornito le analisi sui prelievi effettuati dai volontari dell’associazione ambientalista. Due luoghi ben identificati, letteralmente “fuorilegge”, secondo Legambiente, perché la carica batterica presente, sfora i limiti imposti dalla normativa nazionale.

La bocciatura del Fvg è impietosa: «Un regione - rileva l’associazione - con un deficit depurativo tra i più alti d’Italia, addirittura maglia nera nella ben poca lusinghiera classifica delle sanzioni della Ue per l’assenza di impianti di depurazione o fognature».

Degli otto punti monitorati da Legambiente lungo le coste friulgiuliane, due sono risultati, per l’appunto, fuorilegge: il primo in comune di Muggia, fortemente inquinato; solo “inquinato” il sito della foce del fiume Tagliamento a Lignano.

Scontato l’invito a Regione e amministrazioni comunali ad attivarsi «per rimuovere i gravi deficit depurativi ancora presenti». E se non per fare il bene dell’ambiente, almeno per evitare le pesanti sanzioni della Ue. «Sono passati 10 anni - ricorda Serena Carpentieri, portavoce della Goletta verde - dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi, ma piuttosto che agire abbiamo preferito collezionale multe.

A pagare l’immobilismo cronico delle istituzioni, quando siamo ormai prossimi alla terza sentenza di condanna prevista per gennaio 2016, saranno al solito i cittadini,. In questa regione in particolare - sottolinea Carpentieri - visto che secondo il rapporto della “Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche” la multa in arrivo sarà di circa 66 milioni di euro, pari a 53,6 euro per ogni cittadino, sette volte la media nazionale di 8,1 euro».

«I giudizi di Goletta Verde confermano quello che chiediamo da anni - aggiunte Andrea Wehrenfennig della segreteria di Legambiente del Fvg -: che si investa in maniera seria in questa regione per rendere finalmente i corsi d’acqua una risorsa e non una minaccia per l’ambiente. Il Governo ha recentemente stanziato altri fondi per risolvere l’emergenza, si tratta ora di portare finalmente a cantiere i progetti che attendono da tempo di essere eseguiti.

Un impegno a tutela del nostro mare che deve estendersi anche agli altri Stati che si affacciano su questo tratto di Adriatico con una gestione integrata e coordinata delle politiche ambientali, ma anche le attività di pesca, portualità e trasporto marittimo commerciale, partendo così abbiamo fatto nei giorni scorsi dal fermare le trivellazioni petrolifere che ancora minacciano questo delicato bacino».

Sono tutte le regioni italiane ad essere finite nel mirino della Ue. L’ultima procedura arrivata lo scorso anno coinvolge anche otto agglomerati urbani del Friuli-Venezia Giulia nei quali sono state riscontrate “anomalie” circa il trattamento dei reflui.

«Un problema noto anche in Fvg - proseguono i rappresentanti dell’associazione ambientalista - visto che (dati Istat 2012), è tra le regioni meno virtuose in Italia (seconda dopo la Sicilia) per quanto riguarda il trattamento dei carichi inquinanti di origine civile che arrivano negli impianti di depurazione con un trattamento di tipo secondario o avanzato.

Ben oltre la metà (il 52,1 per cento) dei reflui civili non viene adeguatamente trattato (non viene cioè sottoposto a un trattamento secondario e terziario) e apporta così il suo carico inquinante nelle aste fluviali o a mare». Una percentuale al di sotto della media del nord Italia, dove i carichi adeguatamente trattati salgono al 60 per cento.

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 9 giugno scorso, dopo un periodo caratterizzato da scarse precipitazioni che probabilmente avrebbero portato alla foce dei fiumi un carico inquinante ancora maggiore.

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:ambiente

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto