Insegnante aggredita davanti a casa

La giovane è stata affrontata da un africano: ha reagito mettendogli le dita negli occhi. Secondo caso in una settimana

PORDENONE. «Aiuto, mi uccidono, mi uccidono». Il silenzio all’ora di cena, in un condominio del quartiere di Torre, è stato rotto dalle grida di una insegnante trentenne. Uno sconosciuto l’aveva bloccata davanti alla porta del palazzo. «Non gridare e non ti succederà nulla», era l’ordine del bruto. Ma lei ha reagito, infilandogli le dita negli occhi, facendogli cadere gli occhiali a terra, mettendolo in fuga mentre i condomini scendevano in massa nel giardino condominale. Intanto monta la preoccupazione: è il secondo caso in una settimana, dopo quello accaduto a Cordenons, ovvero a un paio di chilometri di distanza. Polizia e carabinieri cercano un africano.

L’inquientante episodio è accaduto l’altra sera, dieci minuti dopo le 20, nell’androne di un condominio nel quartiere di Torre. La donna era appena rientata, in bicicletta. Stava parcheggiando nella rastrelliera situata nell’angolo opposto all’entrata del palazzo, illuminato e in prossimità di un parco dove il presunto aggressore molto probabilmente si era nascosto.

E’ stata aggredita alle spalle da un uomo di origini africane, incappucciato e con una felpa di colore grigio, privo di armi. «Stai zitta, non urlare», le ha ordinato. La donna è stata scagliata contro il muro, ma non si è persa d’animo: l’ha morso e ha urlato. Tanto che i residenti si sono allarmati. Pochi secondi dopo ha suonato ai campanelli del palazzo. Visto che lo sconosciuto non desisteva, l’insegnante gli ha infilato le dita negli occhi, facendogli cadere a terra gli occhiali.

«Mi uccidono, mi uccidono!», ha continuato a gridare. Pochi secondi dopo i condomini erano nel parchetto d’ingresso in suo aiuto mentre lo sconosciuto è riuscito a fuggire attraverso il vialetto del giardino. Sul posto, in pochi minuti, sono giunte le volanti della questura, che hanno avviato indagini per risalire all’aggressore.

Non è escluso che si tratti dello stesso che, solo una settimana prima, aveva tentato di violentare una donna a Cordenons. Era uscita di casa per gettare la spazzatura nel cassonetto, quando era stata affrontata da uno sconosciuto, anche in quel caso africano, che aveva un coltello in mano. Le aveva intimato di non urlare, scagliandola contro un muro.

Ma anche in quel caso la donna aveva urlato, chiedendo aiuto e provocando in questo modo la fuga del presunto aggressore. Pochi chilometri separano la via dove è accaduto questo episodio dal palazzo di Torre, dove l’insegnante è stata aggredita. Tanto che gli inquirenti non escludono che si tratti dello stesso uomo. Tra Cordenons e Torre, intanto, monta la preoccupazione.

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