Insiel resta e non cambia Contenti solo i lavoratori

«Non siamo un costo. Non è vero che la vendita farebbe risparmiare». Ma l’omologa lombarda per 10 milioni di abitanti ha 125 dipendenti in meno

UDINE. Le correnti di pensiero sono due, ma per i rappresentanti dei lavoratori di Insiel quella da seguire è una sola che si può riassumere così: «Privatizzare la società non vuol dire aumentare l’efficienza e neppure i servizi. Vuol dire sacrificare la trasparenza e aumentare i costi a chi utilizza i nostri servizi. Prima di giudicare Insiel sempre e soltanto un costo andrebbe fatta un’analisi seria anche su quanto “vale” in termini di servizi questa società».

Alexander Vecchiet, rappresentante sindacale della spa controllata dalla Regione Friuli Venezia Giulia non accetta l’equazione “vendere fa fare cassa e migliora il servizio”. La pensa, va detto, come la Corte dei Conti che in uno studio sulle privatizzazione delle società pubbliche dice che “... l’operazione garantisce sì un recupero di redditività da parte delle aziende che passano sotto il controllo privato; un recupero che, tuttavia, non è dovuto alla ricerca di maggiore efficienza quanto piuttosto all’incremento delle tariffe”.

«Ci aspettavamo la modifica allo statuto – spiega Vecchiet –, modifica doverosa visto il ruolo di Insiel all’interno del sistema-Regione e visti gli impegni che si era preso il presidente Tondo. Come dipendenti di Insiel, poi, la meritiamo, per l’impegno, la professionalità e la capacità innovativa (purtroppo troppo poco consciuta) dimostrata in questi anni. Peccato che per tutti siamo considerato soltanto un costo. In realtà non è così ed è facilmente dimostrabile. Gestiamo la sanità del Friuli Venezia Giulia e i 118. Un servizio che non può essere temporaneo, ma che dev’essere strutturale. Forniamo software: abbiamo 500 prodotti e di noi si parla soltanto quando uno di questi software “si pianta”.

È vero viviamo di bilancio pubblico, ma è giusto che simili software e simili dati siano in mano al pubblico. Io, come cittadino – insiste Vecchiet – preferisco che i miei dati non finiscano in mano a un privato. Insiel è la gente e abbiamo un unico scopo che è garantire un servizio. Acqua bene comune?, bene non mi è difficile paragonare l’informatica come bene comune. Se non riusciamo a pensare l’innovazione tecnologica come un prodotto per l’intero territorio saremo costretti a pagare a caro prezzo i privati, alla faccia del tanto strombazzato risparmio».

Vecchiet non si ferma più: «Non siamo un costo, ma la possibilità di rilancio del territorio che non è limitato a una provincia ma a tutta la regione. Se un cittadino udinese va in un qualsiasi nosocomio regionale i suoi dati sono a disposizione. Sembra banale, ma nel resto d’Italia questo non accade. Il privato non persegue il servizio, ma l’utile e un profitto; noi soltanto l’efficienza del servizio».

E quindi per i lavoratori, dopo la modifica dello statuto, il prossimo passo «è garantire una programmazione; un piano di investimenti e di sviluppo. Insiel ha semplicemente bisogno di tranquillità operativa ed economica. Oggi non siamo salvi: resta la spada di Damocle legata agli umori di chi governa la Regione che, dal giorno alla notte, può cambiare strutturalmente l’azienda».

Insiel oggi conta 728 dipendenti con un valore della produzione di 87 milioni 786mila euro contro gli 89 milioni del precedente esercizio (bilancio 2011). «L’omologa lombarda (Lombardia Informatica) – scrive, per esempio, Simone Bressan nel suo blog ospitato sul sito del Messaggero Veneto – nel 2011 ha registrato un valore della produzione di 182 milioni, servendo una Regione di 9,9 milioni di abitanti (il Friuli Venezia Giulia ne ha 1,2 milioni) e ha 603 dipendenti, 125 in meno dei colleghi friulgiuliani». Il dibattito resta aperto.

Intanto, ieri la giunta ha approvato alcuni interventi per aumentare la sicurezza dell’infrastruttura che ospita la banca dati dei sistemi clinico-sanitari regionali, lavori che saranno coordinati da Insiel nelle prossime settimane. Il primo consiste in un aggiornamento del sistema operativo dei server che ospitano il sistema e sarà eseguito l’11 aprile dalle 18 alle 20 dalle Aziende Aopn, Ass6, Ass3, Ass5, Cro di Aviano. Il Centro elaborazione dati di Insiel consentirà di evitare il blocco dell’operatività. Un secondo intervento, che prevede l’adeguamento della versione della banca dati del sistema clinico-sanitario regionale (Real Application Clusters) è programmato per il 18 aprile dalle 14.30 alle 16.30 e vedrà coinvolte tutte le strutture sanitarie.

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