Insiel, si torna a parlare di esuberi a rischio tra gli 80 e i 135 impiegati
Riappare lo spettro degli esuberi in casa Insiel. Il bilancio 2009 è stato chiuso a sorpresa con un utile di 2 milioni, ma per arrivare a un pareggio in futuro la società informatica della Regione, che oggi ha circa 750 dipendenti, dovrà tagliare decine di lavoratori.
TRIESTE.
Riappare lo spettro degli esuberi in casa Insiel. Il bilancio 2009 è stato chiuso a sorpresa con un utile di 2 milioni, ma per arrivare a un pareggio in futuro la società informatica della Regione, che oggi ha circa 750 dipendenti, dovrà tagliare decine di lavoratori. Il numero degli esuberi non è chiaro: secondo i sindacati la dirigenza ha parlato di 120 persone, ma il presidente Valter Santarossa non vuole fare numeri e sottolinea che «nessuno resterà per strada».
Ieri le alterne fortune di Insiel, tra dipendenti stufi di sentirsi chiamati «un carrozzone inutile» e servizi con prezzi stellari decisamente fuori mercato, sono state al centro della riunione della Prima commissione del Consiglio regionale.
L’assessore alla Funzione pubblica Andrea Garlatti ha confermato che l’ipotesi della cessione al mercato è un elemento del passato. «Insiel fa un servizio pubblico a tutti gli effetti», ha detto Garlatti, annunciando che la prossima settimana la Giunta analizzerà un ddl sul sistema dell’informazione e dell’e-government e ipotizzando una possibile evoluzione futura, in cui l’azienda potrebbe fungere anche da braccio operativo della Regione per l’acquisizione di software prodotti da terzi: una sorta di centro servizi condivisi da applicare a tanti comparti, a partire da quello della sanità.
Le rappresentanze sindacali presenti in commissione hanno apprezzato le parole di garanzia espresse da Garlatti e sono state decisamente più critiche con i dirigenti dell’azienda, arrivando a denunciare l’assenza di tavoli di confronto all’interno di Insiel. Nella sua relazione, Santarossa ha parlato di una situazione in evoluzione, all’uscita da un annus horribilis - quello della separazione forzata da Insiel Mercato, con la conseguente perdita di circa 20 milioni di produzione - guardando con fiducia a un futuro sempre più internazionale. L’amministratore delegato Dino Cozzi ha illustrato lo stato dell’arte, ricordando le razionalizzazioni attuate. Ma sui numeri - dal taglio di dirigenti alle ore di formazione - si è arrivati allo scontro frontale con i sindacati, con tanto di comunicati e smentite dell’azienda.
I sindacalisti hanno tratteggiato uno scenario preoccupante, chiedendo di conoscere i piani strategici e sottolineando che ancora a maggio la Regione non ha prodotto i cosiddetti piani d’attività, le istruzioni dell’amministrazione regionale alla società.
L’azienda, ha spiegato al termine della seduta Santarossa, sta affrontando il nodo degli esuberi, senza far mancare il dialogo con le forze sindacali. In una gara di numeri - il centrosinistra parla di 135 esuberi, i sindacati di 120 - l’azienda ricorda che ai circa 85 esuberi previsti nel piano del 2009 vanno sottratti alcuni che hanno già cambiato aria, andando in pensione o cambiando azienda. Il numero, dunque, dovrebbe stare ben sotto quella cifra, e Santarossa ha garantito che tutti saranno accompagnati con varie formule.
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