Installate 82 telecamere nella stazione ferroviaria

Rfi ha investito 300 mila euro per garantire la videosorveglianza. Le immagini sono inviate agli uffici della Polfer e immagazzinate
Udine 07 Maggio 2014. ritardo treno. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press -Turco
Udine 07 Maggio 2014. ritardo treno. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press -Turco

UDINE. Più di ottanta occhi elettronici puntati sull’area della stazione ferroviaria di Udine per garantire la sicurezza, prevenire fenomeni di microcliminalità e contrastare il traffico di sostanze stupefacenti. L’intervento portato a termine da Rete ferroviaria italiana, che per realizzare il progetto ha investito 300 mila euro, è stato ideato per monitorare uno snodo che ogni anno gestisce un flusso di oltre sette milioni di passeggeri.

Impianti sofisticati, in grado di immortalare con precisione volti e movimenti e di immagazzinare dati preziosi ai fini delle indagini condotte dalla polizia.

Quello installato a Udine è un impianto dotato di ben 82 telecamere, di queste 27 sono fisse digitali con risoluzione 1280x720 pixel, tre sono brandeggianti digitali e sono dotate della stessa definizione, quattro sono fisse termiche day and night per il monitoraggio notturno e 48 sono telecamere analogiche.

La registrazione locale H24 può abbracciare un arco temporale di sette giorni, mentre la postazione di visualizzazione viene estesa al posto Polfer della stazione con remotizzazione dei flussi al compartimento Polfer di Trieste. Interventi di potenziamento della stessa portata sono stati effettuati anche a Monfalcone, con l’installazione di 36 telecamere, e a Trieste, dove ne sono state montate 81.

Altri investimenti sono stati appena realizzati nella stazione di Palmanova (sulla Udine-Cervignano), dove è stato completato il marciapiede fra secondo e terzo binario per un’estensione di 93 metri in direzione di Udine e di 20 metri in direzione di Cervignano e dove è stata montata la copertura metallica della rampa di accesso per le persone di mobilità ridotta. Ulteriori lavori hanno coinvolto le stazioni di Cusano e Fontanafredda, dove sono stati allungati di 35 metri i marciapiedi. Ogni anno Rfi spende 55 milioni di euro per garantire gli interventi di manutenzione sulla rete regionale.

È con la forza di questi numeri che l’azienda respinge le accuse di “carenze infrastrutturali” dovute a una strategia improntata al “risparmio manutentivo” rivolte dai pendolari che, pur promuovendo il trasporto ferroviario regionale nel loro ultimo rapporto evidenziano alcune lacune.

«Le linee regionali – spiegano i vertici di Rfi – sono dotate delle migliori tecnologie per il controllo del traffico ferroviario. La linea Pontebbana è stata recentemente oggetto di importantissimi interventi di potenziamento infrastrutturale la cui finalità è garantire i più alti standard di sicurezza e regolarità della circolazione».

«In Friuli Venezia Giulia, da gennaio a tutto settembre, la puntualità di Rfi si conferma al 98,4%, un valore fra i più alti a livello nazionale – precisano –. Nello stesso periodo il totale dei minuti di ritardo è attribuito per il 69% alle imprese ferroviarie che utilizzano l’infrastruttura, il 16% a Rfi e il 15% a cause esterne».

Per quanto riguarda le cancellazioni, sempre dal primo gennaio al 30 settembre, 149 treni sono stati cancellati per cause riconducibili alle imprese ferroviarie, 141 per scioperi, 38 per cause di forza maggiore e soltanto 23 per problemi relativi all’infrastruttura.

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