Capitale italiana della Cultura 2027, perché ha vinto Pordenone in cinque motivi

La nomina del ministero della Cultura martedì 12 marzo. La giuria all’unanimità ha apprezzato la candidatura per il suo approccio integrato, tra generazioni e i tra i diversi ambiti

Un frame del video di lancio ufficiale della candidatura
Un frame del video di lancio ufficiale della candidatura

La vittoria di un territorio, di quello che sarà prima ancora di quello che già è, di un connubio generazionale e culturale. Si possono riassumere così le motivazioni che hanno consentito a Pordenone di essere nominata Capitale italiana della Cultura 2027. È la prima città del Nord Est a riuscirsi, una vittoria che fa il paio con l’esperienza di Go2025 e certifica la crescita di questo territorio agli occhi del pubblico italiano e internazionale.

L’annuncio della vittoria di Pordenone è arrivato nella mattinata del 12 marzo, dalla sede del ministero della Cultura a Roma, dove il ministro Alessandro Giuli ha aperto la busta su cui era indicato scritto all’unanimità il nome della città sul Noncello

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Le motivazioni

Sono cinque i punti evidenziati dalla stessa giuria esaminatrice che hanno consentito a Pordenone di avere la meglio su candidature dalle ottime credenziali, come, tra le altre, quelle di Pompei, di Reggio Calabria, di Alberobello. Ecco le motivazioni:

L’inclusione

«Il dossier – si legge nel primo punto diffuso dal ministero - propone un modello di valorizzazione culturale innovativo e inclusivo, capace di coniugare tradizione e contemporaneità.

L’approccio

Altro elemento che ha rafforzato la candidatura è stato l’«approccio strategico che – si legge – mira a rafforzare l’identità del territorio attraverso progetti che intrecciano patrimonio storico, arti visive, cinema e partecipazione attiva della comunità».

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Legame tra memoria e creatività

Particolarmente apprezzata anche «la capacità di attivare un processo di coinvolgimento diffuso che reinterpreta il legame tra memoria, territorio e creatività». Anche sotto aspetto emerge quindi la capacità della candidatura di coniugare al meglio i vari aspetti, non fermandosi alla valorizzazione del patrimonio socioculturale ma andando oltre, trovando una sintesi in grado di far nascere qualcosa di nuovo.

Lo sviluppo del territorio

«Il progetto si distingue per la volontà di rendere la cultura un motore di sviluppo sostenibile, con un programma articolato lungo l’intero anno, capace di attrarre un pubblico ampio e diversificato. La strategia di investimento è solida e coerente con gli obiettivi, con un impatto atteso significativo sul tessuto socio-economico». Questa è la quarta motivazione che figura nell’elenco del ministero.

La rete partecipativa

 «Apprezzata, inoltre, l’integrazione tra istituzioni culturali, sistema museale, universitario e realtà associative, che garantisce una rete solida e partecipativa. La particolare attenzione rivolta ai giovani, non solo come fruitori ma come protagonisti del processo creativo, conferma la visione dinamica e inclusiva del progetto».

La capitale italiana della cultura: cosa vuol dire

Pordenone in quanto città vincitrice beneficerà di un finanziamento di un milione di euro per realizzare le iniziative previste nel dossier di candidatura. L'iniziativa, promossa dal Ministero della Cultura, mira a valorizzare il patrimonio culturale italiano e a incentivare la progettualità delle città nel segno della cultura come motore di sviluppo e innovazione.

La Capitale italiana della cultura è stata istituita nel 2014. Il titolo viene conferito annualmente a una città dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della cultura. Ad oggi, hanno ricevuto il riconoscimento: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018); Parma (2020-21); Procida (2022); Bergamo-Brescia (2023); Pesaro (2024); Agrigento (2025); L’Aquila (2026).

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