Intercity chiude gli impianti: i lavoratori saranno trasferiti al servizio regionale
UDINE. La decisione è presa e Trenitalia non sembra disposta a fare retromarcia. L’impianto del servizio universale Treni Intercity di Trieste chiuderà dal primo novembre e il personale di bordo sarà spostato al servizio regionale; analoga sorte sembra inevitabile per gli operatori di macchina dell’impianto di Udine. La manovra coinvolgerà 34 lavoratori, che saranno destinati ad altri segmenti dell’azienda.
A lanciare l’allarme per è la Filt Cgil del Friuli Venezia Giulia, denunciando l’avvio di un processo di deregionalizzazione di importanti quote di controllo e gestione del servizio e, ancor peggio, lo scippo di decine di nuovi posti di lavoro per i giovani in regione.
Non è bastato l’incontro con la Direzione risorse umane di Trenitalia per invertire la rotta e ora Filt Cigil si rivolge direttamente al presidente regionale Massimiliano Fedriga e all’assessore regionale alle Infrastrutture e al territorio Graziano Pizzimenti per chiedere il loro intervento.
«I dipendenti di Trenitalia impegnati sul servizio universale Intercity a Trieste, nove fra capitreno e capiservizio treno saranno trasferiti sul segmento del trasporto regionale a partire da novembre – premette il segretario generale del sindacato dei trasporti triestino della Cgil, Paolo Peretti – dove evidentemente c’è esigenza di personale con cambio di turni, di orari e, che si riverbereranno anche sulla retribuzione, ma la gestione del personale Intercity passerà dalla direzione del Friuli Venezia Giulia a quella del Veneto e dell’Emilia Romagna, che attingeranno altrove per reclutare il personale necessario a garantire il servizio».
Un’operazione che l’azienda ha giustificato sotto il profilo dell’ottimizzazione del servizio e che, a breve, avvertono i sindacati, toccherà anche Udine.
«Abbiamo ragione di credere che analoga scelta sarà fatta per il personale di macchina dell’impianto udinese, dove lavorano 25 operatori» avverte Peretti.
A questo sarebbe finalizzata la manifestazione di interessi attivata dall’azienda cui, aggiorna Peretti, avrebbero già aderito una decina di dipendenti i quali, pur di non subire spostamenti più penalizzanti in futuro, hanno dato la propria disponibilità.
La direzione di Trenitalia, che il 25 ha organizzato un incontro con i sindacati, non intende commentare. Lo fa Peretti: «Abbiamo manifestato tutta la nostra contrarietà a scelte politiche che saranno pagate dai nostri giovani – argomenta –, cui verranno a mancare nuove opportunità di lavoro. Una questione che intendiamo sottoporre ora ai vertici regionali». —
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