Invasione di cimici a Sedegliano Serata informativa con il Comune

SEDEGLIANO. Una autentica invasione quella delle puzzolenti cimici della soia nelle frazioni del Comune di Sedegliano, in particolare a Gradisca. Pareti di edifici letteralmente ricoperte dagli insetti, in alcuni casi si è rilevata una certa difficoltà anche a varcare l’uscio della propria casa.
Ogni cosa, anche le automobili, ricoperta dagli insetti che, secondo gli agricoltori si vanno a riparare sui muri caldi delle case o all’interno di esse e non ci sono altri insetti in grado di contrastarli. Un fenomeno mai visto nonostante i campi delle soia siano sempre state presenti nella zona. Nessuno si è mai lamentato per la loro fastidiosa presenza, ma un’invasione così massiccia la gente proprio non se lo ricorda.
A Gradisca numerosi sono i cittadini che si sono rivolti all’ufficio tecnico del Comune, altri hanno chiamato il 115, il numero dei vigili del fuoco, i quali hanno consigliato le persone di rivolgersi all’azienda sanitaria, oppure di provvedere con mezzi “casalinghi” a far fuori gli insetti. Diffusa la preoccupazione anche per i coltivatori di mele.
La cimice, che di norma si nutre delle foglie della soia, si insinua nei frutti e ne provoca la loro marcificazione. Si insinua nella legna per sopravvivere agli inverni che, solo con temperatura basse, possono vederli in difficoltà.
Il vicesindaco Maurizio Rinaldi conferma che si trova in commercio nei consorzi agrari un prodotto che si scioglie in acqua e serve per irrorare le superfici di case, viali, siepi, muri esterni. Tale operazione si può fare fino al 26 novembre, scadenza prevista dalle normative.
I prodotti consigliati sono i cosiddetti Bia, cioè a basso impatto ambientale, in pratica gli stessi usati per combattere la zanzara tigre.
Visto che il fenomeno è andato aumentando in modo esponenziale in questi ultimi giorni e solo ora si inizia la conta dei danni, l’amministrazione comunale ha deciso di organizzare a breve una serata informativa con esperti del settore.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto