Invasione di cimici cinesi, chiesta la disinfestazione

SEDEGLIANO. Vivere con le cimici accanto non è davvero tanto piacevole specialmente quando queste piovono dalla doccia, oppure quando uno ha voglia di bersi un buon bicchiere di latte e si accorge troppo tardi che con quella bella sorsata di gusto è andato giù anche qualche insetto.
O ancora quando ci si infila un pigiama con tasche e mettendoci la mano dentro, magari per prendere un fazzolettino di carta visto il raffreddore, ci si trova l'arto immerso in una massa sconosciuta che altro non è che un bel mucchietto di cimici marmorate.
Questi e altri casi sono raccontati da persone che vivono nel sedeglianese e paesi limitrofi nei quali l’allarme cimici, anche se non ai livelli delle due giornate di sole di sabato e domenica scorsa, rimane alto nelle zone del Medio Friuli.
Il caldo umido e il sole hanno infatti favorito l’invasione di questi insetti. Diverse le telefonate ai vigili del fuoco. Il vicesindaco e assessore all’Agricoltura di Sedegliano, Maurizio Rinaldi, ha anche deciso di chiedere alla Regione lo stato di calamità.
Oltre ai danni ingenti, ancora non quantificati, provocati al comparto agricolo – «un’incidenza negativa di oltre il 40% sulle produzioni frutticole e orticole –, ci sono i problemi creati alle abitazioni».
Numerosi ora sono i cittadini che invocano un intervento dall’alto di disinfestazione con elicotteri come è stata eseguito in Emilia Romagna per cercare di debellare l’invasione degli insetti.
Convivere con la cimice marmorata asiatica quindi non è proprio facile, gli insetti si trovano dappertutto: nelle dispense, nei caminetti e nelle stufe, si annidano negli armadi e in ogni anfratto della casa, in alcune persone è addirittura diventata fobia e ossessione. Finestre chiuse ancora, oltre che nelle scuole anche nelle abitazioni.
Un signora racconta che ieri addirittura ha fatto una “doccia con cimici” che si erano rifugiate nel piatto da dove esce l’acqua. È difficile nella zona di Sedegliano anche mettere a stendere la biancheria: «Le lenzuola- racconta Gabriella - da bianche sono diventate nere di insetti».
«Stendini dentro quindi - aggiunge la signora Raffaella - nessuno va più nell’orto a raccogliere gli ultimi prodotti di stagione. Io avevo i gerani alle finestre e ho dovuto tagliare tutti i fiori e bruciare le piante perché erano divenute il rifugio delle bestie. La loro puzza fa venire la nausea, perfino al gatto danno fastidio. Poi lo sporco che lasciano. Un disastro».
La signora Aurelia invece “colleziona”, si fa per dire, cimici marmorate: basta una bottiglia con dentro dell’alcol e la cattura è fatta. «Tutti si lamentano - dice -. Io mi diverto, tanto soluzione non ci sono».
Le cimici asiatiche quando vengono schiacciate lasciano una specie di liquido oleoso che macchia le superfici di scale e sottoportici e di ingressi. «Se svernano tutti gli insetti che si sono riparati sulle abitazione e gli alberi l’anno prossimo sarà drammatico in quanto invaderanno tutte le piante», dice Lorenzo Ganzini.
Preoccupato per “il rimedio fai da te” contro le cimici Lucio Cisilino «questo vuole dire – dice – peggiorare la situazione delle api. I trattamenti per la diabrotica del mais, per la piralide, per i nuovi insetti che invadono frutteti e viti inquinano l’ambiente naturale a rischio di sopravvivenza per le api. Le coltivazioni di soia non sono il problema che genera questa situazione. Lo vogliono chiarire numerosi coltivatori».
«Quest’anno non abbiamo raccolto ciliegie e pesche, i pochi cachi rimasti sono tutti intaccati dagli insetti, come pure il kiwi, «la prossima settimana li raccoglieremo - dice Lorenzo Ganzini - e quantificheremo i danni. Lo scorso anno si aggiravano sul 15% del prodotto; quest'anno temo molto di più».
Nei frutteti c’è anche il 70% di scarto e naturalmente la frutta non può nemmeno essere usata per essere trasformata in succhi dice Maurizio Rinaldi vicesindaco e assessore all’agricoltura di Sedegliano il quale fa presente come «non esiste una prevenzione» e l’uso di piretroidi, come dice Mauro Moretti, non risulta efficace in quanto agisce solo per due, tre giorni.
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