«Io, giornalista infiltrato fra i tentacoli delle mafie»
È certamente una delle uscite editoriali più attese in questa primavera: Gli anni della peste, il nuovo libro verità del giornalista e scrittore Fabrizio Gatti, edito Rizzoli, approderà in libreria venerdì 26 aprile.
E a ospitare in prima nazionale l’evento scenico allestito per raccontare il lavoro di Gatti sarà la nona edizione di vicino/lontano, per la chiusura, nell’ex chiesa di San Francesco, in programma domenica 12 maggio. Fabrizio Gatti, premio Tiziano Terzani 2008 per il libro Bilal. Il mio viaggio da infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi, è noto per le inchieste e i reportages compiuti con identità clandestina.
Autore di scoop centrali per la tutela dei diritti e della legalità, ha indossato di volta in volta le vesti dell’immigrato, dell’addetto romeno alla raccolta di pomodori in Puglia, dell’uomo delle pulizie che stana, da un oscuro controcampo, le nefandezze e la malasanità del Policlinico di Roma. Questa volta, invece, Gatti si è vestito da operaio del gas, per monitorare e raccontare, “dal di dentro”, le follie di una banda di trafficanti di droga: ne Gli anni della peste, infatti, insegue la via dell’eroina in città per ritrovarsi al centro dell’atroce estate stragista perpetrata di Cosa Nostra.
Dice Fabrizio Gatti, giornalista de l’Espresso: «È una grande emozione tornare a Udine, dove Bilal fu accolto con grandissimo affetto e con il premio intitolato a un grande maestro, Tiziano Terzani. Tornare in Friuli Venezia Giulia è sempre un ritorno a casa, e per me lo è davvero, visto che una parte di me ha origine nella Bassa, a Malisana».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto