«Io Mimí e Salvo Montalbano vivremo la crisi di mezza età»

Parla Cesare Bocci, spalla del grande commissario inventato da Camilleri, ospite di Grado Giallo. «La nuova serie nell’estate 2014 con me e Zingaretti oltre la soglia dei 50. E forse lui tradirà Livia»

In televisione è il vice commissario di Vigata, l’amico fraterno di Montalbano, l’imperituro e affascinante Don Giovanni, “Mimi Augello”, ma Cesare Bocci è soprattutto attore teatrale e televisivo di grande talento. Bocci, socio fondatore della compagnia della Rancia, capace di misurarsi sia con ruoli impegnati sia leggeri, da due anni è protagonista di grande successo de la Cage au folle a fianco di Massimo Ghini, è anche “narr-attore” televisivo, nella serie trasmessa da Rai3, Il giallo e il nero. Domenica alle 17 sarà atteso protagonista di un appuntamento dedicato a Camilleri dal titolo: Le indagini del Commissario Montalbano.

In questi giorni, a Grado Giallo, il pubblico la attende per conoscere i dietro alle quinte di una serie tv che ha fatto il giro del mondo (62 i paesi in cui è trasmessa). Ci svela il segreto del vostro successo?

Dobbiamo tutto a quel genio che è Andrea Camilleri, sceneggiatore straordinario e scrittore di talento. Ci ha regalato personaggi reali, ricchissimi di dettagli. Te li descrive cosí bene che riesci a immaginarti perfettamente la loro vita e, soprattutto, come attore, hai a disposizione tanti elementi per raccontarli al pubblico. Poi ci sono le location, scenografie naturali uniche, che grazie a Montalbano hanno fatto il giro del mondo e tutta la bellezza della cultura e della cucina siciliana.

Poi ci sono un gruppo di attori professionisti di alto livello

Si, (Bocci sorride) e quasi ci si stupisce che sia cosí vero? Eppure questa dovrebbe essere la norma. La Rai poi è un bene di tutti. Fare un prodotto di qualità dovrebbe essere la norma. Se tu fai una cosa bella, piace. Il problema è che di cose belle se ne fanno poche. Noi di film ne abbiamo girati, considerando i nuovi, solo 26. Io sono un sostenitore del discorso che bisogna tornare a puntare sulla qualità, invece che sulla quantità. Bisogna selezionare i prodotti e selezionare chi li fa, bisogna far diventare la nostra televisione un’industria, cosí com’è in tutti gli altri Paesi del mondo.

Da poco ha concluso l’esperienza di “Il giallo e il nero”. Che effetto le ha fatto entrare nella cronaca nera?

È stata non solo una bella esperienza professionale, ma anche umana. Ho potuto anche essere autore in modo da entrare profondamente nelle storie che sono terribili. Gli esseri umani sono crudeli in quanto a violenza e efferatezza. Gli animali sono meglio di noi.

A proposito di violenza e crimini contro le donne, cosa si potrebbe fare per educare le nuove generazioni?

Parlarne a scuola. La storia della sopraffazione degli uomini sulle donne viene da lontano e purtroppo è molto radicata nella nostra cultura. Ma non siamo piú nelle caverne. Troppo spesso le donne, oltre a subire la violenza, si vergognano di denunciare gli aggressori. Ora c’è finalmente una legge, ma servono piú risorse alla Polizia e ai Centri antiviolenza, perché le donne non si sentano sole.

Piú risorse alle Forze dell’Ordine. Attraverso Montalbano, Camilleri non risparmia stoccate alla scelte fatte dalla classe politica.

Nel ’98, prima di cominciare a interpretare Augello, ho passato una settimana a Trapani con la Squadra Mobile. I poliziotti mettevano loro la benzina. Ed è la città a piú alta criminalità mafiosa. Camilleri ha scritto una storia che è fiction, ma è attentissima al reale. Per questo il pubblico ci segue e anche la Polizia di Stato ci apprezza.

Quando la rivedremo nei panni di Mimí e come evolve il suo personaggio?

Penso che gireremo i nuovi episodi nell’estate del 2014. Nel corso degli anni Camilleri ha fatto evolvere e maturare i nostri personaggi insieme alla vita reale. Il mio Mimi ha cinquant’anni e ci sta che ogni tanto faccia “cilecca”. In quanto a Salvo, anche per lui Camilleri ha previsto la crisi di mezz’età, infatti ha tradito la storica fidanzata Livia.

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