"Io sono l’imperatore, io sono Dio...una mente specialissima", così Blasoni tagliava i costi su personale e strutture

Dalle intercettazioni condotte dalla Guardia di finanza emergerebbe quello che il gip ha definito il «delirio di onnipotenza» del numero uno di Sereni Orizzonti. Poi si «autoassolveva» pensando di essere ascoltato dalle forze dell’ordine

UDINE. «Io sono l’imperatore... perché io sono Dio... io sono il capo... in questa azienda, ovviamente». Se non è «delirio di onnipotenza», poco ci manca, ha pensato il gip del tribunale di Udine, Mariarosa Persico, nel leggere le trascrizioni delle intercettazioni arrivate nei giorni scorsi sul suo tavolo insieme alla richiesta della Procura di custodia cautelare in carcere per Massimo Blasoni.

Del resto, nella sala riunioni della sede di “Sereni Orizzonti”, non era raro sentirlo ribadire la propria autorità «per promuovere il mancato rispetto degli standard normativi – sostengono gli inquirenti – e autorizzare la rendicontazione alle aziende sanitarie di dati non veritieri sulle presenze degli ospiti e sulle ore erogate per i servizi socio-sanitari».

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Le intercettazioni

«Adesso basta... o domani ci sono i nostri, oppure (...) è fuori, è licenziato – dice Blasoni parlando con Marco Baldassi il 9 settembre scorso –. È solo un contratto... lo posso fare da un istante all’altro perché io comando, decido e possiedo. Io sono quella mente specialissima e geniale che ha costruito da zero forse la più grande azienda di prima generazione di questa c... di regione e adesso voglio procedere». Un passaggio emblematico, a parere del gip, anche per indicare nell’indagato «il capo indiscusso della Sereni Orizzonti». Presunte irregolarità comprese, quindi.

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Udine 24 Ottobre 2019. Sede amministrativa Sereni Orizzonti In Via Vittorio Veneto. © Foto Petrussi


Non meno significativa, ai fini della valutazione delle esigenze cautelari, la conversazione captata il 22 marzo 2019, nella stessa sala riunioni. Blasoni, stando all’interpretazione suggerita dalla pubblica accusa, dispone ai propri collaboratori di adottare qualsiasi misura che consenta di realizzare un margine di profitto pari almeno al 25 per cento del fatturato. «E quando andiamo sotto i 7 dobbiamo spostare – dice –. Non so inventare qualcosa, perché non può diventare anti economico eh... perché il 18 per cento è poco, poco, poco. Cioè, dobbiamo stare... dal 25 in su va tutto bene».

I tagli alle strutture gestite

E poi ci sono gli imprevisti amministrativi. Come l’approvazione della nuova normativa della Regione Friuli Venezia Giulia sul funzionamento delle Residenze per anziani. È il 20 maggio 2019, quando Blasoni parla della sua imminente entrata in vigore con Judmilla Jani e Federico Carlassara. La riunione verte sulle misure da adottare per fare fronte all’aumento dei minutaggi assistenziali previsti, per contenere il conseguente aumento del costo del personale. «Sì, ma noi non possiamo... cioè, stiamo andando a spendere molti più soldi e non possiamo più. Come posso migliorare i conti?», chiede Blasoni.

Una delle soluzioni proposte dai suoi interlocutori consiste nel continuare a fare svolgere agli operatori socio sanitari anche le attività di lavaggio piatti e lavanderia, conteggiando le ore dedicate a tali attività nel minutaggio previsto dalla normativa, sebbene ciò sia espressamente vietato. «Dovranno fare delle cose gli oss, dovrete...», dice Blasoni.

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«Eh, attualmente fanno lavanderia gli oss, ma, ehm, la norma specifica che...», abbozza Jani, interrotta dal capo che incalza: «Sì, ma ho capito, ma dobbiamo almeno un po’ provarci, se no... ma scusi, gestire l’azienda così me la porto al fallimento. Ad aumentare tutti i costi son capaci tutti, sa? Ha visto che l’aumento delle rette è stato minore dell’aumento dei costi? Ho capito la norma, ma bisognerà un po’ ottenere da ’sti ragazzi, i direttori dovranno tenere, stiamo parlando di oss, mica di ingegneri, eh».

Ed è Blasoni, poi, a suggerire di assumere personale con la qualifica di infermiere, facendogli svolgere anche l’attività di direttore della struttura. «Però se cerchiamo... e cerca di trovarceli, se avessimo due infermieri qua e mettessimo solo un terzo in amministrazione e gli altri due terzi li mettessimo in infermieristica, noi risparmieremmo quasi 40 mila euro, eh». Ragionamenti che proverebbero, secondo il gip, la «politica fraudolenta adottata dal management della Sereni Orizzonti».

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La paura delle intercettazioni

Eppure, in altri momenti Blasoni sembra decisamente più cauto e quasi ossessionato dal timore di essere “ascoltato”. Sintomatica, per esempio, la reazione avuta l’11 marzo 2019 mentre discute con Carlassara e Jani della rendicontazione da presentare alla Regione per le ore erogate nel 2018. «Mi incasinate l’Azienda, fate voi, io non l’ho fatto... se ci intercettano e c’è qualcuno, io ho chiesto di rispettare la legge», dice.

In un’altra occasione, parlando di una fattura emessa da un fisioterapista e da utilizzare, secondo gli inquirenti, per coprire il deficit di ore nella residenza di via Podgora, a Udine, raccomanda a Baldassi: «Questa qua non serve che parliamo... legga e capisce al volo». Tutti espedienti, secondo finanzieri e magistrati, utili ad «autoassolversi, evidenziando la necessità di rispettare le norme».

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I tagli, comunque, non avrebbero colpito soltanto il personale. Si può risparmiare, e fino all’osso, anche sul budget per il vitto degli ospiti. Sono ancora le intercettazioni ad allungare il raggio visivo degli investigatori. «Dobbiamo cercare di stare un po’ sotto i 2,99 euro al giorno a persona», dice Blasoni a un incontro del 18 luglio scorso. I fatti gli danno ragione. Tra i più virtuosi c’è Palermo, con 2,60 euro.

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