Ira di Fontanini: umiliata Udine

L’esponente leghista attacca il Pd, mentre Dipiazza se la prende con le Uti

UDINE. Pietro Fontanini non ha mai gradito, per utilizzare un eufemismo, le modifiche allo Statuto regionale e anche ieri, a pochi minuti dall’ultimo voto favorevole della Camera, ha tuonato contro la Regione.

«Il danno è grande – ha detto –. Trieste trova una nuova istituzione, la Città metropolitana mentre, dall’altra parte, il Friuli non ha più un ente che lo rappresenta poiché viene massacrato in tante piccole e ancora confuse realtà. Un confronto impari che vedrà il Friuli sempre più affossato e l’area giuliana nettamente favorita. Come se non bastasse, ad aggravare questa frammentazione amministrativa e identitaria c’è il progressivo accentramento di ogni potere in mano alla Regione, a Trieste, organismo che, all’origine, doveva occuparsi di legiferare, programmare e controllare, ora si troverà a gestire anche una notevole mole di istruttorie e iter burocratici. Alla faccia della semplificazione. Non è questa la nostra storia, la storia di una Regione che ha valorizzato i territori e le singole comunità».

L’obiettivo degli “strali” di Fontanini è essenzialmente uno: Debora Serracchiani. «Diciotto Uti al posto di 4 Province – ha concluso –. Davvero un brutto esempio di razionalizzazione e spending review che calpesta l’identità del Friuli, l’autonomia degli enti locali, impone le fusioni di Comuni e accentra in capo alla Regione molte competenze amministrative: Ad essere favorita è solo Trieste. Ecco cosa consegna alla nostra Regione la definitiva approvazione da parte della Camera della modifica dello Statuto Fvg. Un primato di cui si è già affrettata a vantarsi la presidente Serracchiani, ma non sarà certo un primato quanto a efficienza e, soprattutto, contenimento della spesa che sicuramente lieviterà per effetto del trasferimento dei dipendenti dalle Province alla Regione e per la nuova gestione delle Uti, organismi la cui situazione, alla luce delle ultime sentenze del Tar Fvg che ha sanzionato la Regione contro il potere sostitutivo dei commissari, è a dir poco complicata e confusa».

E sulla stessa linea d’onda (critica) è anche il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza. «Non si può sottacere – ha spiegato – che se le Province escono dallo Statuto al termine di un iter complesso la cui velocità mostra comunque l’attenzione da parte del Parlamento a dar seguito a quanto indicato dal Consiglio regionale, rientrano velocemente dalla finestra grazie alla dannosa e discussa riforma degli enti locali voluta solo da Serracchiani. Se è vero che il Fvg non avrà più le quattro Province con la logica e opportuna razionalizzazione delle risorse è altro vero che ne otterrà ben 18 di nuove che si chiameranno Uti. Questa scelta non so quanto razionalizzerà la spesa e agevolerà la distribuzione delle competenze».

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