Irene Cao, da Caneva al successo mondiale con la trilogia hard

Reduce dal trionfo parigino dei suoi libri, parla del futuro I romanzi sono sbarcati anche in Spagna, Brasile e Turchia

Il viaggio di rientro in Friuli da Parigi, per Irene Cao, protagonista di un exploit letterario con pochi precedenti nella narrativa italiana, questa volta dev’essere stato accompagnato dal fragore dall’entusiasmo ammirato del pubblico francese che l’ha accolta domenica mattina al Salone del libro. Luci, passerelle, flash, sguardi, abbracci e strette di mano alla «stella nascente del romanzo erotico italiano», così la definisce la critica d’oltralpe, che fendono il pacato riserbo con cui si protegge.

«Non me l’aspettavo, non me l’aspettavo proprio un entusiasmo di questa intensità» ci confessa quando la raggiungiamo nella sua casa di Caneva, nella tranquillità della pedemontana pordenonese.

Come non se l’aspettava, il suo è un successo ormai inarrestabile?

«Ma con la Francia è diverso, c’è sempre stato un rapporto di amore e odio tra loro e noi. Ero scettica, non sapevo come mi avrebbero accolta, invece è stato magnifico. Ho conosciuto persone stupende, a cominciare da Isabelle Laffont, la direttrice delle edizioni Lattés che mi pubblica in Francia, una donna in gamba, straordinaria. Ma tutti, guardi, tutti mi hanno accolta e trattata molto bene. E c’è una cosa soprattutto che mi ha fatto molto piacere».

Cosa?

«Che abbiano dato molto rilievo al fatto che si tratti di una trilogia italiana, che abbiano legato cioè la mia scrittura al luogo da cui provengo. E’ una cosa che mi fa piacere e mi riempie di orgoglio, perché i luoghi che descrivo per me sono importanti».

A fare un passo indietro, breve per la verità, Irene Cao solo poco più di un anno fa condivideva come tanti suoi coetanei il precariato a scuola, nonostante un dottorato in Storia Antica a Venezia. Poi il “colpo” che ha cambiato la sua vita, un manoscritto che dopo vari tentativi convince la Rizzoli e il boom con i tre volumi pubblicati fra giugno e luglio dell’anno scorso. La trilogia erotica italiana è un successo inaspettato, trecentomila copie cartacee, oltre quarantamila le digitali, successo che consente alla Rizzoli di proporre l’intera trilogia in digitale a 1,99 euro. «Ad inizio aprile – annuncia Irene Cao – ci sarà anche la versione tascabile nella collana Bur, con un prezzo intorno ai 5 euro».

Ma torniamo all’estero, ora è la Francia, ma la trilogia è andata bene anche in altri Paesi?

«Sì, è proprio così. A ottobre è uscita in Spagna e nei paesi latino americani con un successo enorme, quasi contemporaneamente è stata pubblicata anche la traduzione in olandese. A febbraio di quest’anno è stata la volta dello “sbarco” in Brasile e in Portogallo dove è classificata al sesto posto per la narrativa straniera. In Germania uscirà all’inizio dell’estate e sono in corso di pubblicazione anche le traduzioni in polacco e russo. Fra tutte, però, mi ha stupito il successo che ha riscosso il primo volume in Turchia: lì è andata benissimo, tardano però a pubblicare gli altri due volumi. Non so, forse il tema che tratto non fa piacere al sistema».

E adesso?

«Sto completando il primo di due volumi che usciranno rispettivamente agli inizi di giugno e luglio».

Può anticiparci qualcosa? C’è ancora la cucina in sottofondo?

«È una storia diversa, con nuovi personaggi. Lo sfondo su cui si dipana la vicenda è quello dei sette peccati capitali, ma questo è soltanto un espediente per l’intreccio della narrazione. La protagonista è una disegnatrice di arredi e la vicenda prende avvio proprio dall’incarico di arredare una villa palladiana. Quindi il retroscena del primo volume è quello delle ville venete, delle dimore lussuose, del vino e della fotografia. Nel secondo invece ci si sposta all’estero».

La sua vita sarà cambiata, stravolta...

«Cerco di rimanere sempre con i piedi per terra, di non farmi prendere troppo. Certo viaggio molto, vengo sempre trattata come un’ospite speciale, con tanto di aerei, taxi e tappeti rossi, ma io resto la stessa di sempre».

Beh, almeno sarà diventata ricchissima.

«Al momento, dal punto di vista economico non è cambiato nulla. Arriverà tra un po’ il cambiamento, se arriva. E se tale cambiamento dovesse arrivare, vorrei reinvestirlo in altri progetti artistici, tipo il cinema...».

Gabriele Giuga

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