Irpef comunale più alta, De Toni: «Con quei fondi maggiori investimenti»

Il sindaco di Udine difende la scelta del 2023: «Già aumentati gli stanziamenti per manutenzioni, istruzione e sociale. C'è voluto coraggio, ma è giusto pensare al bene della città».

Chiara Dalmasso
L'ampliamento del parcheggio del Parco Moretti e la ristrutturazione del Giovanni da Udine sono tra gli interventi programmati dal Comune
L'ampliamento del parcheggio del Parco Moretti e la ristrutturazione del Giovanni da Udine sono tra gli interventi programmati dal Comune

La speranza è che le tasse più salate corrispondano a più interventi sulla città. Sarà così, secondo il sindaco Alberto Felice De Toni, che dalla fine del 2023 ha deciso l’applicazione di nuove addizionali Irpef, ritoccandole al rialzo dopo sedici anni in cui erano rimaste fisse allo 0,2. Ecco allora che, al di là dell’esenzione per i redditi imponibili fino a 15 mila euro (il 36,7 percento degli udinesi, stando ai dati riferiti dal Comune), in città dal 2024 si applica un’aliquota dello 0,6 fino a 28 mila euro, dello 0,7 fino a 50 mila e dello 0,8 oltre questo tetto.

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Più risorse al comune

Nel 2024 gli aumenti tributari hanno determinato la crescita delle entrate comunali per una cifra compresa tra 7 milioni 500 mila euro e 8 milioni 500 mila. «Più fondi a disposizione corrispondono a più investimenti per la città» dichiara il sindaco Alberto Felice De Toni, ribadendo che nell’anno appena concluso «essi hanno pesato in positivo sul sociale (spesa aumentata di un milione e 300 mila euro), sull’istruzione (più di 700 mila euro per scuole e asili nido), sulla manutenzione di strade e marciapiedi (un milione e 170 mila), sul turismo (900 mila), oltre che sull’assunzione di nuovo personale in Comune».

A questo vanno aggiunti gli investimenti per opere di pubblica utilità (scuole, infrastrutture, ponti) a cui sono stati destinati più di 6 milioni di euro. «Complessivamente, sono stati finanziati investimenti senza ricorrere all’indebitamento per un totale di quasi 20 milioni».

Il futuro

Se le nuove aliquote, di cui i cittadini vedono gli effetti in busta paga solo da questo mese – «effetti che in pochi mesi si regolarizzeranno, perché dipendono dal sistema fiscale italiano, che ragiona sull’anno precedente a quello in corso, sommando le aliquote» assicurano sia il sindaco sia l’assessore alle Finanze Gea Arcella –, hanno contribuito a un aumento delle entrate del Comune già significativo per il 2024, si ipotizza che per il 2025 tale incremento sarà pure maggiore.

Ma ad esso corrisponderanno altrettanti investimenti: «Nei prossimi tre anni abbiamo pianificato per il sociale 75 milioni, 22 per l’istruzione e il diritto allo studio, 11 per le politiche giovanili e lo sport, 10 per il miglioramento della mobilità e 22 per l’ambiente. Solo per il 2025 abbiamo quasi 20 milioni di opere pubbliche, molti dei quali per sistemare strade e marciapiedi trascurati da anni». E non è tutto: «Sono 50 i milioni iscritti a bilancio dedicati agli investimenti, che riguarderanno sia il centro storico che i quartieri, con l’obiettivo di intervenire ulteriormente sia per sostenere le famiglie e le nuove fragilità, sia per dotare la città di spazi ed edifici moderni, funzionali e sicuri, sia per cambiare il volto di aree da troppo tempo dimenticate» continua De Toni, sottolineando che «si è trattato di uno sforzo notevole, per migliorare i servizi, aiutare le famiglie, con l’aumento dei posti nei nidi, nei centri estivi, sostenere le fasce deboli, aumentare gli spazi per la comunità, in particolare nei quartieri».

Le opere pubbliche

Il piano di rinnovamento urbano di cui parla De Toni, che riguarda i prossimi tre anni, solo per il 2025, si diceva, destina 20 milioni alle opere pubbliche, «con l’obiettivo di dare risposte ai cittadini rispetto a diversi quartieri».

Citiamo di seguito, a titolo esemplificativo, alcune opere programmate per l’anno in corso: «La ristrutturazione del teatro nuovo Giovanni da Udine, con l’installazione di un impianto fotovoltaico e il completamento della nuova sala ridotto (quasi un milione di euro), la manutenzione delle strade in porfido (500 mila euro), un piano straordinario per le pavimentazioni in cemento (3 milioni), e poi 2 milioni per la manutenzione dei marciapiedi e l’eliminazione delle barriere architettoniche, ma anche 350 mila euro per la realizzazione di nuovi attraversamenti pedonali rialzati e dossi».

Nuovi spazi aggregativi

Oltre al recupero di edifici storici come l’ex Percoto di piazza XX settembre, ai lavori nel parcheggio Moretti, alla costruzione della nuova sede della protezione civile, agli investimenti destinati al censimento e alla gestione razionale del verde pubblico udinese, alle case di quartiere ad Aurora e Paderno, alla manutenzione del cimitero e degli impianti sportivi (più di 3 milioni per il Carnera e più di uno per il padiglione del parco del Cormor), l’obiettivo a cui punta la giunta De Toni è realizzare più spazi di aggregazione nei quartieri.

«Recupereremo le cosiddette “case del custode”, patrimoni immobiliari del Comune, stabili attigui agli istituti scolastici di Udine, abbandonati e da riqualificare per essere messi a disposizione delle scuole e della cittadinanza tutta». Un esempio? La casa di via Marco Volpe, a cui sono destinati 650 mila euro per il prossimo anno.

La ratio della misura

Che la decisione di intervenire al rialzo sulle aliquote potesse risultare quanto meno impopolare, era prevedibile. Ma, come spiega ancora il sindaco, rientra in una «strategia ad ampio respiro» approvata più di un anno fa. «Rivendichiamo la volontà di aver applicato la progressività delle imposte: chi ha di più paga di più. Il 37% degli udinesi non pagano l’addizionale, mentre gli aumenti più sostanziosi riguardano una fascia di 6.500 persone che guadagnano più di 50 mila euro».

Un atteggiamento che differenzia questa amministrazione comunale da quelle precedenti: «Per anni chi è venuto prima di noi ha trascurato la programmazione, intervenendo di volta in volta in maniera emergenziale. Noi abbiamo deciso di ribaltare la prospettiva». Certo, commenta ancora De Toni, «c'è voluto coraggio, ma è giusto pensare al bene della città e non al tornaconto individuale. Non ho voluto limitarmi ad una navigazione di piccolo cabotaggio e ne sono orgoglioso». 

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