Isonzo beach, la spiaggia dei gradiscani FOTO
GRADISCA. Come concedersi la tintarella evitando al contempo le stressanti code per raggiungere le località balneari della regione, l’attesa per trovare parcheggio e un posto sotto l’ombrellone? L’alternativa c’è e si chiama “Isonzo beach”, l’area fluviale gradiscana che va dalla passerella sino alla cosiddetta busàta, a pochi metri dal ponte di Sagrado.
Circa tre chilometri in tutto, nei quali si alternano gli argini, la boscaglia e le spiaggette che nel periodo estivo diventano mèta di tanti isontini in cerca di refrigerio nonostante, va ricordato, il divieto di balneazione. Una soluzione “fai da te” che negli anni ha attratto sempre più persone, non solo da Gradisca, ma anche dei comuni limitrofi, tanto che specie al sabato e alla domenica la “spiaggia” sull’Isonzo è a dir poco affollata.
Un affollamento che però ogni anno riporta inevitabilmente d’attualità il problema della sicurezza visto che la zona è priva di personale addetto alla sicurezza dei bagnanti e di strutture.
Giova ricordare che la balneazione nel fiume caro alla Patria è altamente sconsigliata sia per ragioni igienico-sanitarie che di sicurezza. Senza contare che negli ultimi anni la popolarità di Isonzo beach ha costretto l’amministrazione comunale a prendere atto della situazione e intervenire con misure specifiche quali il divieto di accesso all’area anche a moto e motorini.
La bellezza della zona l’hanno scoperta pure tanti richiedenti asilo ospiti del vicino Cara. Ne hanno fatto la sede per i propri bivacchi, spesso a base di copiose libagioni alcoliche. Certo, non vi è necessariamente nulla di male in questo, ma negli ultimi anni non tutto è andato liscio.
Tanto che la compagnia dei carabinieri di Gradisca sperimentò il pattugliamento a piedi della zona. Più che altro un deterrente, va detto, ma ai bagnanti quella sensazione di protezione era decisamente piaciuta. Ad oggi invece non si sono per fortuna registrati episodi spiacevoli: schiamazzi, risse, persino qualche molestia - toccando ferro - sono un brutto ricordo degli anni passati.
Fatti che comunque indussero la compagnia carabinieri gradiscana a introdurre addirittura la sperimentazione delle “ronde” a piedi nelle aree fluviali, con un paio di pattugliamenti giornalieri nelle ore ritenute a rischio. La zona è comunque tenuta d'occhio.
Anche se al nostro giornale continuano ad arrivare segnalazioni su un vero e proprio accampamento ben celato dalla vegetazione, sul versante opposto a quello caro ai bagnanti della domenica (una zona accessibile da un sentiero fra la 305 e via Palmanova) dove si rifugerebbero regolarmente alcuni ospiti del Cara.
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