Italia Nostra denuncia: "Elettrodotto inguardabile, ha un impatto dirompente"
SANTA MARIA LA LONGA. Gli enormi tralicci che stanno sorgendo nella zona del Palmarino e che costituiscono le prime “stazioni” del nuovo elettrodotto Fogliano-Redipuglia-Udine ovest hanno fatto sobbalzare sulla sedia gli esperti di Italia Nostra. Dopo aver visto la mole dei piloni (in particolare a Santo Stefano Udinese, nella foto), l’associazione non esita a bocciare l’opera per l’impatto negativo che sta avendo sul territorio.
«La selva di fili d’acciaio e tralicci – attacca il Consiglio direttivo della sezione di Udine di Italia Nostra – è espressione della moderna ingegneria in tema di centrali elettriche, piazzata in mezzo alla campagna friulana, che per secoli aveva mantenuto i suoi elementi caratteristici: le uniche strutture in verticale presenti che essa annoverava erano i campanili.
Premesso che Italia Nostra non è contraria per principio alle trasformazioni e alla modernizzazione anche in tema di paesaggio, che è argomento piuttosto delicato, ci sono alcuni criteri che devono però sempre essere salvaguardati. Tutto si può fare, basta che si tratti di un'operazione che nasce dalla cultura di progetto che nel caso del paesaggio è argomento quanto mai complesso. Siamo consapevoli che non si può museificare tutto, ma nel contempo riteniamo inammissibili proposte che abbiano il dirompente impatto della stazione elettrodotto a Santo Stefano Udinese».
«Il nuovo paesaggio elettrico è sgraziato e sproporzionato, quindi letteralmente inguardabile, proprio perché non cerca alcuna mediazione con il contesto e neppure azzarda trasformazioni: sorge e si impone provocando un peggioramento nei fatti del paesaggio che da adesso in poi resterà segnato per sempre.
Sarebbe stato opportuno dare retta alla voce dei Comuni e dei Comitati che come inascoltate Cassandre si sono strenuamente battuti, invano, contro il progetto per l’elettrodotto: avevano maledettamente ragione e con il senno di poi sarebbe stato opportuno l’interramento, come poi si è deciso di fare per l’altro elettrodotto. Ma soprattutto, a causa del netto diniego austriaco, poiché se si fosse trattato di realizzare tutto il percorso in territorio friulano forse adesso avremmo stazioni elettriche anche in Val Canale o sul Lussari».
Italia Nostra punta poi i fari sulle ricadute turistiche ed economiche di questa operazione: «Dal momento che il paesaggio ha acquisito una valenza turistica fondamentale e la salvaguardia e valorizzazione dello stesso è materia di ragionamenti economici oltre che estetici, allora bisognerebbe chiedersi a quanto ammonta il danno per l'immagine, a causa di queste trasformazioni impattanti: forse vedere le cifre a più zeri potrebbe cominciare a far sorgere alcuni dubbi, dato che sotto il profilo culturale e ambientale le valutazioni non hanno ascolto...
Ci chiediamo se sia possibile comunque trarre degli elementi positivi da questa sonora sconfitta e, dato che la Regione sta predisponendo il nuovo Piano Paesaggistico, riteniamo che sia opportuno muoversi per attivare linee di indirizzo e normative tese alla valorizzazione del paesaggio e quindi attente all’impatto delle reti delle infrastrutture. Il Friuli di temporali e primule di Pasolini deve restare il nostro comune valore di riferimento e tutti dobbiamo essere in grado di gestire e trasmettere quello che ci è stato affidato e che abbiamo la fortuna di abitare».
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